Ci siamo incontrati questo lunedì 23 a fianco della cattedrale di Palermo, in mezzo a turisti di tutto il mondo che, incuriositi, ci chiedevano perché fossimo lì con i cartelloni “Black lives matter” e “No justice no peace” e si fermavano ad ascoltare la storia di Kitim Ceesay, ragazzo gambiano poco più che ventenne ucciso sei mesi fa per accoltellamento e poi travolto da un’auto a porta Sant’Agata nel quartiere proletario di Ballarò.

Siamo tornati qui – l’associazione dei Giovani Gambiani, l’Arci, Refugees Welcome, la Biblioteca delle Donne dell’UdiPalermo, il Forum Antirazzista, il collettivo universitario Scirocco, Moltivolti, l’associazione palestinese Voci dal Silenzio e tanti altri ancora – per chiedere innanzi tutto che vengano resi noti i risultati dell’autopsia svolta a marzo e ancora celati, in modo da individuare cause e responsabilità dell’assassinio.

Molteplici gli interventi che si sono susseguiti lungo il percorso nel centro storico, fino al luogo del delitto. Tutti hanno sottolineato che volere giustizia per Kitim, il quale ha lasciato una giovane compagna e due figli piccolissimi, significa esigere rispetto e dignità per ogni cittadino di uno Stato che non può dirsi retto e imparziale se pecca di reticenza, omertà e complicità con gli assassini.

Questi ragazzi venuti dall’Africa, che stasera sfilano determinati e orgogliosi, si fidavano della democrazia europea e della sua proclamata tutela dei diritti umani; ora si sentono giustamente delusi.

Perciò ribadiscono di essere qui anche per testimoniare solidarietà agli altri migranti sfruttati, al popolo palestinese impegnato per la sua liberazione, ai lavoratori tutti offesi da ogni forma di repressione.

E ci ricordano il prossimo appuntamento, il 30 settembre, a Campobello di Mazara, dove già lo scorso anno si è svolta una manifestazione di antimafia sociale in memoria di Omar Baldeh, morto il 30 settembre 2021 nell’incendio in cui è bruciato il ghetto all’ex cementificio Calcestruzzi, dove vivevano i braccianti impegnati nella raccolta delle olive.