Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane.

Un dato, che cresce su base giornaliera, con previsioni che raggiungono i 150 milioni entro il 2050.
L’OMS stima che la malattia di Alzheimer e le altre demenze rappresentano la settima causa di morte nel mondo.

In occasione della recente Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che si è svolta lo scorso 21 settembre, è stato pubblicato il Rapporto mondiale Alzheimer 2024, redatto dall’Alzheimer’s Disease International e diffuso in Italia dalla Federazione Alzheimer Italia, che offre una prospettiva globale unica sul cambiamento di atteggiamento nei confronti della demenza, con un mix di saggi illuminanti, casi di studio reali e risultati di ricerche di impatto.

Il rapporto fa anche luce su come la conoscenza, le percezioni e i comportamenti nei confronti della demenza siano cambiati negli ultimi cinque anni.
Il rapporto approfondisce anche i risultati di un sondaggio internazionale analizzato dalla London School of Economics and Political Science (LSE), composto da oltre 40.000 risposte da persone affette da demenza, assistenti, operatori sanitari e assistenziali e dal pubblico in generale provenienti da oltre 166 paesi e territori.
Il sondaggio è un seguito del sondaggio di riferimento Attitudes to dementia del 2019 dell’ADI e analizza come le percezioni della demenza siano cambiate, o meno, nell’arco di cinque anni.

Questi i principali risultati del sondaggio:
il 65% degli operatori sanitari e assistenziali ritiene erroneamente che la demenza sia una componente normale dell’invecchiamento;
l’80% della popolazione generale ritiene che la demenza sia una normale conseguenza dell’invecchiamento, un aumento notevole rispetto al 66% del 2019;
l’88% delle persone affette da demenza dichiara di subire discriminazioni; oltre un quarto delle persone nel mondo ritiene erroneamente che non ci sia nulla che si possa fare per prevenire la demenza (questa percentuale è aumentata dal 20% nel 2019 al 37% nei Paesi a basso e medio reddito);
oltre il 90% dei prestatori di assistenza e degli intervistati appartenenti al pubblico in generale ha affermato che sarebbe incoraggiato a farsi diagnosticare una malattia se fosse disponibile un trattamento modificante la malattia per la demenza;
oltre l’80% dell’opinione pubblica ritiene di poter modificare il supporto fornito alle persone affette da demenza attraverso il proprio voto;
oltre il 58% della popolazione generale ritiene che la demenza sia causata da uno stile di vita non sano
( https://www.alzint.org/u/World-Alzheimer-Report-2024.pdf.

Il Report della Lancet Commission 2024 (https://www.thelancet.com/commissions/dementia-prevention-intervention-care) rileva come il 45% dei casi di demenza potrebbe essere evitato agendo su 14 fattori di rischio: bassa istruzione, ipoacusia/disturbi dell’udito, perdita della vista, ipertensione, ipercolesterolemia, fumo, obesità, depressione, inattività fisica, diabete e isolamento sociale, abuso di alcol, traumi cranici e inquinamento atmosferico.

In Italia, secondo stime dell’Osservatorio demenze dell’Istituto Superiore di Sanità
(https://www.demenze.it/), circa 1.200.000 persone soffrono di demenza (di cui il 50-60% sono malati di Alzheimer, circa 600.000 persone) e circa 900.000 con disturbo neurocognitivo minore (Mild Cognitive Impairment).

Sono circa 4 milioni, inoltre, le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza dei pazienti. Per quanto riguarda i costi per la demenza, si stima che l’impatto economico sia tra i 23 miliardi di euro annui, tra costi diretti e indiretti.

L’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’associazione Alzheimer Uniti Italia ha condotto una rilevazione nazionale sulle condizioni socio-economiche delle famiglie delle persone con demenza che ha consentito di raccogliere 2369 questionari, che, insieme alla realizzazione di 42 focus group con operatori familiari, ha permesso di caratterizzare le criticità e i punti di forza nell’organizzazione locale dei servizi.

Questi ed altri risultati delle numerose attività a livello nazionale, promosse dal Ministero attraverso il Tavolo permanente delle demenze, con il supporto tecnico dell’ISS, sono stati pubblicati in un volume che rappresenta uno strumento fondamentale di informazioni aggiornate a disposizione di tutti, cittadini, persone con demenze e famigliari, professionisti e decisori politici.

Qui per scaricare il volume: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_4231_0_file.pdf.