Pubblichiamo una riflessione dal blog della giornalista Giancarla Codrignani (www.vorreicapire.it) del 14 settembre

Al recente Teha (The European House del Forum Ambrosetti) è intervenuta la regina di Giordania Rania per ricordare – in una sede in cui i temi in discussione erano di natura economica e riguardavano la sicurezza in termini di produttività, profitti, interessi – che la pace giusta esige la sicurezza reciproca in termini di responsabilità internazionale purché applicata.

Non sarà sicura Israele se commette illeciti e non sarà sanzionata: il diritto Internazionale deve prevalere senza eccezioni e i diritti umani sono assoluti, non negoziabili.

Escludendo comunque dalle trattative chi, come Hamas, legittima lo sterminio, non può essere messo da parte il sistema di regole che l’umanità si è data perché ci ha creduto e “deve” continuare a crederci.

Le regole sono state create per realizzare un mondo sicuro per tutti e tutti debbono sottomettervisi, per evitare tragedie irreparabili.

Sembra impossibile che nella vita civile due persone che entrano in rotta di collisione non passano alle vie di fatto, ma ricorrono al tribunale per ottenere la mediazione di un giudice terzo secondo la legge non scritta della fiducia nell’uomo e il rispetto delle leggi vigenti, mentre offese o abusi analoghi tra nazioni finiscono per esasperare il conflitto e portare alla prova di forza, alla guerra.

Se i governi delle singole nazioni sono universalmente chiamati alla tutela della pace, è ipocrisia impegnare la parola d’onore sui principi e disonorarli nei fatti.

Anche perché si diventa complici delle troppe vittime, costituite da civili, da bambini, ma anche dai soldati; le distruzioni di case che sono come le nostre e il perpetuarsi dell’odio nelle generazioni che non potranno dimenticare gli autori delle stragi e delle devastazioni.

E’ il grande spreco, l’impoverimento, la minaccia sul futuro dell’Europa a cui è stato impedito di celebrare ottant’anni di pace interna come non era mai successo.