In Italia, in 50.000 (lo 0,1% degli italiani più ricchi) hanno ricchezze tre volte superiori a quelle della metà della popolazione più povera (25 milioni di Italiani). Un divario insopportabile, dannoso e pericoloso per tutti. Un livello di disuguaglianza inaccettabile, soprattutto perché non è casuale, non è frutto del destino, ma di precise scelte politiche portate avanti negli ultimi decenni.

Scelte che continuano a favorire chi più ha e a colpire per esempio chi vive della propria pensione. “Il governo torna nuovamente a colpire le pensioni e per fare cassa. Dopo aver peggiorato la legge Monti/Fornero con le ultime due leggi di bilancio, eliminando qualsiasi flessibilità in uscita, le proposte che stanno circolando nelle ultime settimane destano grande preoccupazione. I nuovi tagli che si profilano per il 2025 produrranno una perdita economica per i pensionati e le pensionate di migliaia di euro. E’ inaccettabile”. Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione. E Lorenzo Mazzoli, segretario nazionale dello Spi Cgil, aggiunge: “Questo esecutivo, dopo aver pesantemente ridotto la rivalutazione per il 2023 e il 2024 sta ora pensando di colpire nuovamente i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo, vale a dire pensioni appena superiori a 1.650 euro nette, altro che pensioni ricche. Perdite enormi che si accumulano nel tempo e non sono più recuperabili per i pensionati e le pensionate che hanno lavorato una vita e che continuano a sostenere questo Paese, pagando tasse e contributi fondamentali per garantire i servizi a tutela dei diritti delle persone”.

A fare luce sui possibili tagli previsti per il 2025 e che si aggiungono a quelli già in atto per il biennio 2023-2024 è un’analisi del Dipartimento Previdenza della Cgil e dello Spi. Nell’arco del triennio 2023-2025, una pensione che nel 2022 ammontava a 1.732 euro nette subirà un taglio complessivo di 968 euro; per una pensione netta di 2.029 euro la perdita sarà di 3.571 euro, e per una di 2.337 euro si arriverà a una perdita di 4.487 euro. Chi percepisce una pensione netta di 2.646 euro, perderà complessivamente 4.534 euro. Secondo l’analisi, questi tagli, proiettati sull’aspettativa di vita media, possono raggiungere cifre molto elevate: da 8.772 euro per un pensionato con 1.732 euro netti, fino a 44.462 euro per chi percepisce 2.646 euro netti. Siamo, in poche parole, di fronte ad una vera e propria “inaccettabile sottrazione di reddito frutto di contribuzione”, come hanno sottolineato la CGIL e lo SPI.

Invece di combattere con fermezza l’evasione fiscale e contributiva – denunciano Ghiglione e Mazzoliil governo pensa ancora una volta di tagliare le pensioni, colpendo sempre gli stessi, già gravati da un sistema fiscale iniquo. L’obiettivo è chiaro, recuperare un miliardo di euro per il 2025, che si sommano ai 10 miliardi già tagliati. Non è possibile continuare a evocare la solidarietà tra generazioni, cercando di mettere i pensionati di oggi contro i giovani e, nei fatti, bloccando il turn over attraverso la permanenza in servizio dei dipendenti pubblici. La verità, è un’altra: con molta probabilità la prossima legge di bilancio non prevedrà alcun investimento reale per i giovani, mentre si continueranno a penalizzare i pensionati. Occorre pagare meglio il lavoro per avere pensioni adeguate domani, e garantire la tutela del potere d’acquisto delle pensioni, come indicato nella piattaforma unitaria, per rispettare il patto tra Stato e cittadini”.

Occorre riportare al centro dell’agenda politica il tema del lavoro, una riforma del fisco equa, un intervento sugli extra profitti e sulle grandi rendite, smettendola una volta per tutte di mettere le mani in tasca alle pensionate e  ai pensionati.

Qui per approfondire la simulazione del Dipartimento Previdenza della CGIL e dello SPI: https://files.cgil.it/version/c:ZTRhNTZkY2YtMjFhNi00:Zjg2ZDY3NmQtYzQwNS00/AnalisiCGIL_SPI_Pensioni_effetti%20modifica%20perequazione%20pensioni_13settembre24.pdf.

E’ in dirittura d’arrivo, intanto, la raccolta firme #LaGrandeRicchezza, la campagna lanciata in Italia da Oxfam a supporto dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice), per chiedere alla Commissione Europea l’istituzione di un’imposta sui grandi patrimoni. L’obiettivo è di giungere a un milione di firme per arrivare al traguardo previsto dai Trattati affinché la Commissione abbia l’obbligo di considerare la proposta e rispondere ai proponenti.

Qui per approfondire e per firmare: https://www.oxfamitalia.org/lagrandericchezza/.