Il presidente francese ha deciso di aggravare la crisi politica a seguito delle ultime elezioni e invita ora i socialisti (PSF), gli ecologisti (Verdi) e i comunisti (PCF) a cercare degli accordi con la destra. Il partito “France Insoumise” (che forma, con gli altri partiti di sinistra, il Nuovo Fronte popolare o NFP) ha presentato una mozione per destituire Macron e convocherà manifestazioni a favore del rispetto della democrazia.
Al termine della seconda giornata di colloqui con i partiti, durante la quale ha ricevuto il Rassemblement National (estrema destra) e i suoi alleati di destra, Emmanuel Macron ha concluso che “un governo basato esclusivamente sul programma e sui partiti proposti dal Nuovo Fronte Popolare verrebbe immediatamente censurato da tutti gli altri gruppi rappresentati nell’Assemblea Nazionale”, motivo per cui rifiuta di affidare il potere al governo del blocco politico che ha ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni dello scorso luglio.
Nel comunicato Macron aggiunge che alcuni partiti, tra cui quelli della sua base presidenziale, si sono “mostrati disponibili a sostenere un governo guidato da una personalità esterna alle loro fila”, invitando il PSF, gli ecologisti e il PCF a proporre “forme di cooperazione con le altre forze politiche” rompendo così con la France Insoumise e con il progetto del Nuovo Fronte Popolare che ha vinto le elezioni.
Il 23 agosto, al termine delle udienze dei partiti centristi, i loro leader hanno annunciato che avrebbero sostenuto una mozione di censura se un futuro governo dovesse includere ministri della France Insoumise (FI). Ma sabato il leader storico di quest’ultimo partito li ha diffidati dal dire che avrebbero reso possibile un governo di sinistra senza la presenza dei ministri di FI. La risposta del primo ministro uscente, Gabriel Attal, è arrivata lunedì 26 agosto in un messaggio ai suoi deputati, affermando che avrebbe censurato un governo di sinistra senza l’inclusione di deputati di FI.
Emmanuel Macron ha sciolto il Parlamento dopo la vittoria dell’Unione Nazionale alle elezioni europee per procedere con un chiarimento politica. L’elettorato però lo ha sorpreso alle elezioni legislative sconfiggendo sia il suo partito che l’estrema destra, favorita nei sondaggi ma arrivata terza. Oggi, Macron impedisce la formazione di un governo della sinistra unita, minoritaria in Parlamento ma la più forte, e invita allo “spirito di responsabilità” dichiarando l’organizzazione di una nuova serie di udienze con “i leader dei partiti e le personalità che si sono distinte per la loro esperienza al servizio dello Stato e della Repubblica”.
Naturalmente, la dichiarazione di Macron è stata male accolta dai partiti di sinistra. Boris Valaud, leader dei deputati socialisti, ha così reagito sui social: “La sinistra è al potere ma non ci nominerà. Il presidente continua ad aggravare la crisi da lui stesso creata. È angosciante”. Sempre sui social il presidente del partito, Olivier Faure, ha preferito ricordare a Emmanuel Macron che “la Repubblica è nata dal rifiuto del potere personale”.
La leader degli Ecologisti, Marine Tondelier, ha usato parole più forti affermando che la dichiarazione di Macron “è una vergogna”. Ha inoltre aggiunto che “invocare la stabilità quando il governo è stato sciolto senza alcuna consultazione e quando rifiuta di accettare i risultati di un’elezione per la quale i francesi non sono mai stati così numerosi, è pericolosamente irresponsabile”. Ricordando che tre quarti degli elettori “vogliono una rottura politica con il macronismo”, Tondelier ha promesso di “continuare a lottare per rispettare la volontà dei francesi”.
Anche il leader dei comunisti francesi ha reagito alla dichiarazione di Macron invitando alla mobilitazione popolare in tutte le città della Francia. “La democrazia è stata infangata. I francesi sono imbavagliati. La Repubblica è minacciata”, ha dichiarato Fabien Roussel, ribadendo il proprio rifiuto a partecipare alle future udienze dell’Eliseo con un presidente che vuole solo stabilità “per lui e i suoi amici, una minoranza tra i più ricchi”. Ancor prima di conoscere la decisione di Macron, i leader dei partiti del Nuovo Fronte Popolare avevano già fatto sapere che sarebbero tornati all’Eliseo solo per discutere i termini della convivenza [tra la loro candidata alla carica di Primo ministro, Lucie Castets, e il Presidente].
La France Insoumise chiede l’impeachment del presidente
In un comunicato stampa, la France Insoumise ha definito “eccezionalmente grave” la decisione presidenziale di non riconoscere il risultato delle urne che avrebbe portato alla nomina di Lucie Castets per cercare di formare un governo reso possibile dalla maggioranza dei deputati. Il partito ritiene che non sia compito del Presidente invocare la stabilità istituzionale, ma spetti al Parlamento ottenerla, e per questo ha affermato che Macron ha commesso “un nuovo abuso di potere”, chiedendosi quale maggioranza parlamentare disponibile avrà trovato nelle udienze con i partiti.
Come promesso, se questo scenario dovesse concretizzarsi, la France Insoumise presenterà una mozione di impeachment e avvisa inoltre che presenterà una mozione di censura contro qualsiasi governo che non sia guidato da Lucie Castets, l’economista designata dai quattro partiti di sinistra a guidare il loro esecutivo.
“La gravità del momento esige una reazione ferma da parte della società francese contro l’incredibile abuso di potere autocratico di cui è vittima”, dichiara il primo partito della sinistra francese, invitando a manifestazioni a favore del rispetto della democrazia ed esortando tutte le organizzazioni democratiche francesi a questa mobilitazione.
Traduzione dal francese di Enrica Marchi. Revisione di Thomas Schmid.