E’ in pieno svolgimento la V Carovana dei ghiacciai 2024 di Legambiente, in collaborazione con CIPRA Italia (la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano; partita il 19 agosto, terminerà il prossimo 9 settembre. E già emergono i primi dati sullo stato di salute dei ghiacciai posti sul versante sud del Monte Rosa, la seconda montagna più alta delle Alpi. Dati più che allarmanti, che evidenziano come sul Monte Rosa il ghiacciaio di Flua sia di fatto già estinto. Un ghiacciaio che nell’800 era grande quanto 112 campi di calcio, oggi è solo un mare di rocce e detriti. Restano solo piccoli cumuli di neve frutto delle ultime nevicate tardive e un lungo cordone morenico che rende la montagna sempre più fragile e instabile. Situazione non buona anche per i ghiacciai delle Piode e di Sesia-Vigna arretrati dagli anni ‘80 di oltre 600 metri lineari.
“Il ghiacciaio di Flua – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia – ci mette davanti a una triste e tremenda realtà: la morte dei ghiacciai, che si avvicina sempre di più. Da una parte ghiacciai che si estinguono, dopo una lunga agonia, a causa della crisi climatica che avanza, dall’altra parte anche la consapevolezza che il vuoto dei ghiacciai verrà colmato da nuovi ecosistemi. Di fronte a questa realtà e quella che abbiamo visto sul Flua, con Carovana dei ghiacciai torniamo a ribadire l’importanza di mettere in campo politiche di mitigazione e adattamento, senza dimenticare che l’altra grande sfida sarà quella di tutelare e proteggere i nuovi ecosistemi che si stanno formando ad alta quota, come conseguenza della fusione ed estinzione dei ghiacciai”.
Dopo la tappa in Francia, Valle D’Aosta e Piemonte, la Carovana dei ghiacciai è arrivata in Lombardia per monitorare lo stato di salute del ghiacciaio Fellaria. Poi si sposterà in Friuli-Slovenia (31 agosto- 5 settembre) per monitorare i ghiacciai delle Alpi Giulie e in Veneto (dal 5-9 settembre) dove l’osservato speciale sarà il ghiacciaio della Marmolada. Anche quest’anno saranno tanti i temi che la Carovana dei ghiacciai 2024 porterà in primo piano: dagli effetti della crisi climatica e degli eventi meteo estremi in montagna alla tutela della biodiversità, dalle politiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici alle buone pratiche di sviluppo sostenibile, al documentario sull’agonia dei ghiacciai alpini. E non mancheranno testimonial d’eccezione provenienti dal mondo della cultura, della musica, del mondo accademico, dell’arte, pronti a sostenere il viaggio di Carovana dei ghiacciai.
Con la Carovana dei ghiacciai 2024 Legambiente invita tutti a firmare la petizione on line “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al governo azioni concrete partendo dall’attuazione di sette interventi indicati nel Manifesto per una governance dei ghiacciai e salvare il nostro ecosistema. Una petizione che l’associazione ambientalista ha lanciato a settembre. Per firmare basta andare sulla landing page attiva sul sito di Legambiente: https://attivati.legambiente.it/page/135809/petition/1.
“A pesare sullo stato di salute dei ghiacciai – sottolineano Legambiente e CIG – è la crisi climatica: le alte temperature che la caratterizzano non solo mettono in sofferenza quelli al di sotto dei 3.500 metri, ma anche i ghiacciai posti nelle zone più alte. Con lo zero termico a quote sempre più elevate, viene meno l’accumulo di neve e si registra una perdita di massa glaciale. Negli ultimi anni, si è verificata una fusione pluricentrimetrica del ghiaccio anche a quote intorno ai 3.500 metri s.l.m. Preoccupa anche l’aumento degli eventi meteo estremi in quota: ben 101 quelli registrati nelle regioni dell’arco alpino in questi primi sette mesi del 2024 (da gennaio a luglio) dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Erano 87 nel 2023 e 70 nel 2022 (sempre nello stesso periodo). Lombardia, Veneto e Piemonte le regioni più colpite in questi primi mesi del 2024, rispettivamente con 40, 27 e 13 eventi estremi. Tra le province più in sofferenza, quelle di Torino (9), Brescia, Milano e Vicenza (7), Genova e Udine (6), Mantova, Varese e Verona (5).”
Entro il 2050 tutti i corpi glaciali al di sotto dei 3.500 metri di quota saranno scomparsi. Un fenomeno preoccupante che si sta verificando ovunque nel mondo. Il rapido ritirarsi delle fronti glaciali non comporta solo perdita di paesaggi affascinanti e biodiversità, ma equivale alla sparizione di importanti riserve di acqua dolce e di fondamentali servizi ecosistemici. Inoltre, il permafrost (il terreno perennemente ghiacciato), degradandosi causa instabilità sui versanti con pesanti rischi per le infrastrutture di alta quota.
In occasione della Giornata mondiale per il Creato che si celebrerà il 1° settembre Papa Francesco è tornato a parlare di clima affermando: “Se misuriamo la temperatura del pianeta, ci dirà che la Terra ha la febbre. E si sente male, come qualsiasi malato. Ma noi ascoltiamo questo dolore? Ascoltiamo il dolore dei milioni di vittime dei disastri ambientali? Coloro che soffrono maggiormente le conseguenze di questi disastri sono i poveri, coloro che sono costretti a lasciare la propria casa a causa di inondazioni, ondate di calore o siccità.”
Qui per approfondire: https://www.youtube.com/watch?v=ITTPe77ALG0.
Qui il Manifesto: https://www.legambiente.it/rapporti-e-osservatori/manifesto-per-una-governance-dei-ghiacciai-e-delle-risorse-connesse/