Secondo un nuovo report di Greenpeace East Asia, nella prima metà del 2024, in Cina è stato registrato un significativo calo delle autorizzazioni per costruire nuovi impianti energetici a carbone.

L’agenzia di stampa Associated Press ha riportato che, negli ultimi due anni, una serie di permessi aveva aumentato le preoccupazioni su quanto fosse reale l’impegno del governo cinese per limitare il cambiamento climatico.

Un comunicato stampa pubblicato da Greenpeace East Asia sostiene che, secondo un’analisi dei documenti del progetto, da gennaio a giugno del 2024 sono stati approvati 14 nuovi impianti a carbone, con almeno 10.34 gigawatt di capacità totale. Questo dato riflette una riduzione del 79.5% rispetto ai 50.4 gigawatt registrati nello stesso periodo dell’anno passato.

Il direttore del progetto per Greenpeace East Asia, Yuhe Gao, ha affermato nel suo comunicato stampa: “Finora, nel 2024, la Cina ha posto dei limiti significativi al carbone. Nel frattempo, prosegue l’espansione dell’energia eolica e solare. Eppure, nonostante la crescita delle energie rinnovabili, che dovrebbero sostituire l’uso del carbone, dal 2022 avevamo assistito ad una a tendenza preoccupante causata dell’aumento di concessioni per gli impianti energetici a carbone.”

Nel 2024, il 71.4% dei nuovi impianti a carbone rappresentano strutture che hanno la capacità di generare più di 660 megawatt (MW) di potenza. Ciò denota una tendenza preoccupante, come sottolineato da Greenpeace East Asia l’anno scorso. E riguardo ai nuovi progetti dell’ultimo anno, il 70.7% aveva una capacità superiore a 1GW.

Secondo Gao: “Questi impianti sono abbastanza grandi, e gli impianti a carbone non possono essere attivati o disattivati facilmente. Inoltre, quando bisogna collegare impianti così grandi, questi sono particolarmente inefficienti in termini di tempo, denaro o emissioni totali. Ciò contraddice abbastanza l’obiettivo dichiarato di utilizzare questi impianti nei periodi in cui ci sono picchi di domanda energetica. Stiamo assistendo ad una tendenza positiva riguardo alle nuove autorizzazioni, ma queste sono di per sé preoccupanti.”

Nel 2024, la maggior parte delle autorizzazioni per gli impianti a carbone è stata concessa in poche province, 2GW sia per la provincia dello Jiangxi che per quella di Anhui e 1.32GW per la provincia dello Xinjiang. Per tre anni di fila, le autorità della provincia di Anhui hanno approvato nuove concessioni per gli impianti a carbone, al fine di produrre 19.2GW dal gennaio del 2022 a giugno di quest’anno.

Per la prima volta quest’anno, la capacità totale di energia a carbone della Cina (11.7 terawatt) è stata superata dalle energie eolica e solare. Alla fine di giugno, queste ultime hanno prodotto 11.8TW di capacità totale.

Alla fine dello scorso giugno, la capacità combinata delle energie eolica e solare ha raggiunto il 38.4% dell’energia totale prodotta nel paese, con l’energia a carbone che ha raggiunto il 38.1%. Durante la prima metà di quest’anno, l’84% dell’energia derivata da nuovi generatori è stata fornita tramite l’eolico e il solare.

Nel comunicato stampa Gao afferma: “Tra la potenza del vento e l’aumento dell’energia solare, connettere queste due nuove risorse energetiche alla vecchia e vetusta rete elettrica cinese resta un ostacolo. Qualsiasi somma di denaro spesa per costruire nuovi impianti di energia a carbone dovrebbe essere spesa per migliorare la connettività della rete delle rinnovabili. Ci vogliono circa 20 mesi per attivare un impianto a carbone, sempre che non ci siano ritardi nella costruzione. Sviluppare delle soluzioni intelligenti per le reti elettriche, al fine di limitare il peso dei picchi di richiesta, non è solo la via più rapida, ma è anche ciò che spiana la strada alla transizione energetica.”

La Cina è capace di raggiungere il suo picco di emissioni “molto prima” della fine del decennio, sostiene Greenpeace, evitando il surriscaldamento, e prevenendo la combinazione di effetti negativi, dovuti a condizioni di meteo estreme, sulla vita delle persone, delle comunità, sul benessere e sulle economie.”

Supportare i governi delle province nello sviluppo di sistemi di ricarica garantita e di strutture di sostegno risolverebbe il problema dei picchi di domanda di energia a breve termine durante le stagioni più critiche. Inoltre, questi sistemi sono più efficaci e rapidi da implementare rispetto alla costruzione di nuovi impianti a carbone, i quali non solo inquinano l’ambiente e aumentano il surriscaldamento globale, ma rappresentano un ulteriore peso economico per la transizione energetica cinese.

Infine, Gao afferma: “Resta un punto interrogativo. Le province cinesi stanno riducendo le approvazioni per le centrali a carbone perché hanno già approvato progetti simili negli ultimi cinque anni? Oppure questo è, per le centrali a carbone, l’ultimo capitolo in una transizione energetica che ha già visto diventare il carbone poco pratico? Solo il tempo potrà dircelo. Resta però la possibilità di regredire, a meno che non ci saranno misure appropriate per prevenire direttamente l’espansione dell’energia a carbone. Inoltre, senza il supporto proattivo delle reti di connessione delle energie eolica e solare, resta il rischio di un declino.”

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Cristen Hemingway Jaynes è una scrittrice di narrativa e saggistica. Si è laureata in legge presso l’Università dell’Oregon e ha conseguito un master in scrittura creativa a Birkbeck, presso l’università di Londra. È l’autrice della raccolta di racconti brevi intitolata The smallest of Entryways, così come della biografia di viaggio intitolata Ernest’s Way: An International Journey Through Hemingway’s Life.