Durante la Festa dell’Unità di Ravenna del primo settembre dello scorso anno, Pierluigi Bersani commentando il libro di Roberto Vannacci “Il mondo al contrario” aveva dichiarato: “Io ho letto solo i sommari. Quando leggi quelle robe lì pensi: sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni, facciamo un grandissimo bar, il bar Italia. Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?” Successivamente in un paio di occasione in tv Bersani era tornato sul tema, argomentando e specificando i motivi di quella dichiarazione. L’affermazione di Bersani portarono però il neo europarlamentare della Lega Vannacci a querelarlo. E ora è arrivata la comunicazione formale sulla richiesta della Procura di Ravenna di decreto penale di condanna di Bersani al pagamento di una multa per diffamazione aggravata.
Pierluigi Bersani ha già fatto sapere che intende opporsi al decreto: “Sia chiaro che sulla querela del generale Vannacci andrò fino in fondo. Voglio andare al processo. La mia domanda, ancorché in forma scherzosa ed evidentemente non diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime, era e resta vera e sostanziale: se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione. Se nell’anno di grazia 2024 si decidesse che è possibile ci sarebbe davvero di che preoccuparsi”.
La preoccupazione di Bersani è anche la nostra: Qualcuno, per di più con le stellette, in questo disgraziato Paese può definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione?