Oggi, nel nostro pianeta, non esiste altro luogo dove orsi e uomini vivano tanto vicini come in Trentino: si stima che nella zona i plantigradi si avvicinino al centinaio e un team di 20 persone, tra forestali e veterinari, ha il compito cruciale e delicato di proteggere sia gli esseri umani che gli animali. L’orso bruno è stato reintrodotto in Trentino dall’uomo perché necessario all’ecosistema e rischiava l’estinzione in quanto, negli anni, era stato perseguitato dalla nostra specie, che trovava godimento nel cacciarlo e farne un trofeo.

Il progetto della sua ripopolazione chiamato Life Ursus nacque nel 1996, grazie a una collaborazione tra il Parco Adamello Brenta, la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica. Tuttavia durante la Pasqua del 2023 venne ritrovato nella foresta il corpo senza vita del ventiseienne corridore Andrea Papi; era questo il primo sconvolgente decesso, nella storia recente, seguito all’aggressione di un animale selvatico in Europa Centrale. Subito si fece strada il sospetto che l’orsa assassina fosse JJ4, perché riconosciuta problematica da chi costantemente aveva il compito di monitorarla. Di conseguenza sorsero negli abitanti del luogo la paura, la rabbia e il desiderio di eliminare gli orsi forzatamente immigrati.  “Pericolosamente vicini” è l’emozionante documentario di Andreas Pichler che – in sala il 26, 27 e 28 agosto – ricostruisce i drammatici problemi nati dalla tragedia.

“Pericolosamente vicini” emoziona e fa riflettere sollevando interrogativi non ancora risolti: JJ4 doveva essere abbattuta? Quando un orso diventa di difficile gestione? Come amministrare la ripopolazione dei grandi predatori? La foresta e la natura sono di esclusiva proprietà dell’uomo? Il film dà voce agli abitanti della zona – un tempo favorevoli alla ripopolazione dei plantigradi, come dimostra il 70% delle risposte su 1500 persone interpellate – i quali, dopo l’esperienza fatta, esprimono rabbia per una morte che andava evitata, hanno molta paura e diffidano delle autorità perché si sentono esposti a eventualità che non erano state chiarite in maniera esauriente.

Stringe il cuore in chi guarda l’ingrato destino di Andrea Papi, trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma anche l’incolpevolezza di JJ4 che, spaventata dal giovane in corsa, ha reagito per difendere i cuccioli. Commuovono l’imperizia dell’uomo e l’innocenza dell’orsa. Per timore di favorire un’ansia generalizzata nessuno del luogo era stato istruito sul comportamento da tenere in caso di un incontro ravvicinato: il film dimostra come – attraverso un video che inquadra il contatto con un bambino tranquillo – l’orso non ci consideri una preda e non ci attacchi se non provocato. Se invece di correre Andrea Papi avesse tenuto un passo calmo probabilmente la sua sorte sarebbe stata diversa.

Nei residenti accanto alla foresta trentina dove sono gli orsi, è nato il dichiarato pensiero di farsi giustizia da sé, come reazione alla morte di Andrea Papi e alle razzie compiute da certi plantigradi in alcuni pollai e stalle. Ma se l’orso fa l’orso, l’uomo sarà in grado di fare l’animale intelligente che pretende di essere? La nostra specie non è stata dotata solo d’istinto, possiede un cervello più sviluppato e, se davvero è superiore, non dovrebbe adottare una difesa diversa da quella istintiva della fauna selvatica? L’orso in fondo è parte del nostro ecosistema perché ha una sua imprescindibile funzione.  Per il momento gli esseri umani si dividono e si scontrano ancora senza soluzione in due fazioni: quella di chi, per interesse elettorale, soffia a proprio vantaggio sul fuoco delle paure dei locali e quella degli ambientalisti che, senza tregua, invocano la ricerca di un esito che rispetti il diritto di entrambi alla vita.

Un documentario di Andreas Pichler
Distribuito da Wanted
Al cinema il 26, 27 e 28 agosto 2024