L’Università Imam Al-Hadi, della città sudanese di Omdurman, ha ripreso l’attività accademica, dopo una chiusura forzata durata più di un anno, a causa della guerra e dei continui scontri tra l’esercito sudanese e le milizie di Supporto Rapido.

Nei giorni scorsi, attivisti hanno diffuso sui social un videoclip che mostra studenti e studentesse impegnati a sostenere gli esami per l’anno in corso, nonostante il clima di guerra e le difficili condizioni di sicurezza in Sudan.

Lo scorso maggio, le autorità della provincia di Khartoum hanno avviato operazioni di sterilizzazione e disinfestazione che hanno interessato edifici e istituzioni a Omdurman, la seconda città più grande del Paese, in concomitanza con il ritorno dei cittadini nelle loro case distrutte.

La preside del dipartimento dei laboratori medici, dottora Noha Abu Bakr, ha dichiarato, ad un giornale locale, che l’Università Imam Al-Hadi è la prima università a riprendere l’attività accademica, più di un anno dopo l’inizio del conflitto.

Alla fine di giugno, l’università ha iniziato gli esami generali per circa 800 studenti e studentesse, secondo quanto annunciato dai responsabili dell’amministrazione provinciale.

Un portavoce del Dipartimento dell’Istruzione della capitale ha affermato che tutte le scuole di tutti i livelli di istruzione “sono state sottoposte a saccheggi sistematici, comprese le aule scolastiche”, sottolineando che se le scuole ritornassero, il bisogno maggiore sarebbe quello dell’acquisto di mobili scolastici, banchi, sedie e lavagne.

Il Sudan sta attualmente assistendo a una delle peggiori crisi educative al mondo, poiché, secondo le organizzazioni delle Nazioni Unite, oltre il 90% dei 19 milioni di bambini in età scolare non può accedere all’istruzione e in pochi casi sono stati organizzati esperimenti di corsi popolari improvvisati da insegnanti volontari.