Non sono passate neppure due settimane da quando il 9 luglio scorso veniva lanciata a Ramallah la campagna #DefendPalestine, sotto forma di unitario appello alla protezione civile internazionale, in supporto alla resistenza palestinese contro l’aggressione dei coloni in Cisgiordania. Ed ecco due giorni fa la notizia del brutale attacco dei coloni contro una prima delegazione di volontari solo un giorno dopo il pronunciamento della ICJ, Corte Internazionale di Giustizia, che dichiara illegali tutti i territori occupati.

Un attacco sferrato da alcuni coloni residenti nell’insediamento di Esh Kodesh, che dall’anno della sua ‘fondazione’ nel 2000 vanta un’infame storia di violenze e soprusi ai danni di Qusra, villaggio a sud di Nablus, dove appunto si è verificato l’attacco che l’altro giorno ha gravemente ferito i tre volontari, ricoverati ora all’ospedale.

Secondo le testimonianze l’attacco sarebbe avvenuto mentre alcuni agricoltori palestinesi, scortati da una piccola delegazione di internazionali, stavano cercando di raggiungere un uliveto, di loro proprietà, non lontano dal villaggio. Presi a bastonate, colpiti da sassaiole e cinghie di ferro, il gruppo si è trovato costretto a fuggire ma in tre (un giovane tedesco e due americani) hanno ricevuto ferite talmente gravi da richiedere il ricovero in ospedale per sospette fratture. Una quarta volontaria è stata ferita in modo più lieve ma ha subito il furto del cellulare con il quale tentava di filmare l’accaduto. Un breve filmato si è per fortuna salvato ed è quello che siamo in grado di postare anche qui,  dalla pagina facebook di mondoweiss.

Quasi superfluo aggiungere che le forze dell’ordine israeliane, già ritardatarie, non hanno effettuato alcun arresto. Alle rimostranze dei volontari di chiamare altri rinforzi si sono limitate a rispondere che non ce n’era alcun bisogno. Alle proteste di un palestinese hanno anzi reagito con dei colpi di fucile, per fortuna sparati in aria: non si sa come sarebbe andata se non ci fossero stati dei volontari dall’estero, per giunta americani.

Tutti i volontari facevano parte dell’iniziativa Defend Palestine, recentemente promossa da alcuni attivisti palestinesi, con l’obiettivo di rilanciare quel flusso costante di internazionali in sostegno e vera e propria protezione della popolazione palestinese in Cisgiordania.

“L’attacco che abbiamo subito solo 24 ore dopo il pronunciamento della ICJ che dichiara illegali gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania dimostra come meglio non si potrebbe la necessità anzi urgenza di una protezione civile in Palestina” è stato il commento di un organizzatore della campagna, Mohammed Khatib. “Dallo scorso mese di ottobre, ben 18 comunità sono state completamente spazzate via, e gli attacchi sono sempre più violenti e brutali; non c’è tempo da perdere.”

Il villaggio di Qusra dove si sono verificati gli incidenti di due giorni fa rappresenta un tipico esempio di accerchiamento pressoché totale. Circondato dall’insediamento di Migdalin e dagli avamposti di Esh Kodesh, Bar Farm, Ahiya e Kida, notoriamente ‘dotati’ di una propria guardia privata, subisce da tempo gli attacchi dei coloni con frequenza quasi quotidiana, con azioni di vandalismo, alcune case date alle fiamme, nella più totale impunità. L’11 ottobre e il 12 ottobre, in reazione ai fatti del 7 ottobre, ci sono stati anche dei morti, a cui non è seguito alcun intervento ‘correttivo’ da parte delle autorità israeliane.

Probabile che anche questo episodio non avrà alcun seguito e però non è detto. Una particolareggiata denuncia è stata inviata alla Casa Bianca con la richiesta di:

  • identificare e sanzionare gli attaccanti, come già accaduto in un analogo incidente in data 11 luglio;
  • interrompere ogni tipo di supporto economico, diplomatico o militare a Israele in conseguenza del pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia;
  • esigere il definitivo ‘cessate il fuoco’ a Gaza, oltre al via libera per gli aiuti umanitari e un serio negoziato per il rilascio dei prigionieri, inclusi quelli palestinesi;
  • rimpatriare tutti i coloni di nazionalità americana (circa 100.000 sul totale dei circa 700.000 censiti) e comminare severe multe in caso di rifiuto;
  • abolire gli incentivi fiscali per le organizzazioni che finanziano o in qualche modo sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania;
  • rispettare le leggi internazionali in relazione alla sicurezza, giustizia e diritto di auto-determinazione del popolo palestinese.

Per ulteriori informazioni e contribuire alla campagna: https://www.defendpalestine.org/ oppure scrivere a Jonathan Pollak, dissidente israeliano, membro dell’Ong Jewish Voices for Peace, più volte processato (e anche recentemente detenuto) per ‘dissidenza’ : jonathan@defendpalestine.org

Qui il video dell’attacco dal website Mondoweiss https://mondoweiss.net/2024/07/video-west-bank-settlers-brutally-attack-palestinians-and-american-volunteers-day-after-icj-rules-israeli-occupation-illegal/