Poco più di un mese fa, Milano: si conclude una battaglia durata anni e anni. Se fosse un film tutti saprebbero da che parte stare: con un vivace e cocciuto gruppo di cittadini senza alcuno sponsor? O con la multinazionale della benzina Q8?

Invece, non essendo un film, ben pochi si espongono, la maggior parte si gira dall’altra parte o allarga le braccia e fioccano i “purtroppo…”

Ma la cosa più interessante è che in mezzo c’era pure il Comune con tanto di assessori al verde. Il Comune, in questa vicenda (ma in quante altre?), è stato una banderuola: a volte l’assessora o chi per lei si stracciavano le vesti, ma certo è che nei momenti cruciali, è stato con la Q8: enorme vergogna.

Questo il comunicato stampa che è bene leggere e rileggere:

Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del TAR: il distributore di benzina sui pozzi dell’acqua potabile non si può fare!

Milano, una vittoria definitiva, che non è solo degli abitanti di Via Dei Missaglia, che presentarono ricorso al TAR Lombardia nel 2018, ma di tutti coloro che hanno a cuore la salute pubblica, perché questa volta a ribadirlo è il Consiglio di Stato, con la Sentenza N. 05255 /2024 pubblicata l’11 giugno, che farà giurisprudenza su tutto il territorio nazionale.

Una battaglia che partì nel 2018 quando gli abitanti della zona, di fronte all’abbattimento degli alberi su un’area di circa duemila mq prossima ai civici 13/15 di Via dei Missaglia, si accorsero dell’avvio del cantiere e fecero istanza per conoscere quale fosse il progetto in corso.

Emersero così le autorizzazioni date dal Comune alla compagnia petrolifera Q8 per realizzare, a seguito di una permuta di aree tra il Comune e la stessa, un distributore di benzina su quell’area sovrastante i pozzi di captazione dell’acqua potabile.

Le immediate raccolte di firme dei cittadini e i tentativi di interloquire con l’Amministrazione rimasero inascoltati, così che un gruppo di residenti con coraggio e determinazione ricorse al TAR Lombardia contro le autorizzazioni rilasciate dal Comune al progetto della multinazionale del petrolio, perché non veniva rispettata la distanza di sicurezza di 200 m tra i pozzi dell’acqua e i serbatoi di carburante prevista dalla legge.

Nel 2019 arrivò la prima vittoria, il TAR diede piena ragione ai cittadini bloccando i lavori e motivando che “il diritto alla salute e sicurezza umana risulta comunque prevalente rispetto agli interessi del Comune”.

Nonostante ciò, Q8 e Comune di Milano decisero di ricorrere al Consiglio di Stato contro la Sentenza del TAR, trascinando così i cittadini in una lunga vertenza legale e lasciando per tutti questi anni l’area del cantiere in stato di semiabbandono.

Ora il Consiglio di Stato, a valle dell’udienza del’8 maggio 2024, rigettando l’appello promosso da Q8 e Comune di Milano, ha dato piena ragione alle conclusioni del TAR e ha reso definitiva la Sentenza. Una vittoria che è anche merito della cittadinanza attiva e di tutti coloro che in questi sei anni l’hanno sostenuta, come il nostro Comitato Difesa Ambiente Zona 5, il Collettivo Zam, il Circolo Zanna Bianca di Legambiente e le tante realtà associative della zona e non, come la Rete dei Comitati della Città Metropolitana della quale il Comitato fa parte.

Sarà ora in grado l’Amministrazione Comunale di mantenere le promesse, ovvero di ritornare in possesso dell’area e ridarle la funzione di piccolo polmone e barriera verde tra il viale trafficato e i palazzi residenziali?

La battaglia potrebbe non essere finita.

 

Comitato Difesa Ambiente Zona 5

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