Come gruppo di iraniani residenti in Italia, vi informiamo che la vita di un’attivista sindacale è in grave pericolo nelle oscure prigioni del regime.

Sharifeh Mohammadi è stata condannata a morte dal “Tribunale Rivoluzionario Islamico di Rasht” in Iran. Nell’atto d’accusa il suo crimine è stato descritto come “coordinamento per la creazione di organizzazioni sindacali”.

Anche se, purtroppo, la disumana pena di morte è sempre esistita in Iran, condannare un’attivista sindacale a tale pena è senza precedenti e segnala l’intento del governo di reprimere sempre di più i lavoratori e gli attivisti.

In un contesto in cui in Iran si è tenuta un’elezione fittizia, senza libertà di scelta e che ha portato alla presidenza un cosiddetto “riformista”, condanne come quella di Sharifeh Mohammadi dimostrano che la brutalità del regime iraniano contro i diritti del popolo non è cambiata.