Tre giorni dopo le elezioni politiche anticipate Macron rompe il suo silenzio con una lettera ai Francesi (vedi il link della fonte e la traduzione a piè di pagina).

Apparentemente generica, come era ben prevedibile, in questa lettera Macron pone la condizione sine qua non, cioè la sua richiesta di una coalizione che, se esclude ma non esplicitamente il partito di Le Pen-Bardella, dovrebbe includere innanzitutto il suo partito (Ensemble) e le forze politiche “repubblicane” che si capisce bene che secondo lui sono non per prima il Nuovo Fronte Popolare (NFP), ma la destra tradizionale (Les Républicains -LR).

Ricordiamo che il NFP ha ottenuto 195 seggi (inclusi i 13 eletti sotto l’etichetta Gauche -Sinistra), Ensemble, il partito di Macron, 163, il partito di Le Pen-Bardella (RN) 143, la destra tradizionale (LR) 46 e altri di destra 14. Non c’è la maggioranza, che deve essere di almeno 289 seggi.

Intanto si apprende delle «cene cordiali», cioè gli incontri segreti tra macronisti, Le Pen e Bardella. Negli ultimi mesi, nella casa parigina del consigliere ufficioso di Macron, Thierry Solère, si sono tenute cene tra membri della maggioranza macronista, Le Pen e Bardella. Si capisce che sin dalla sua scelta di indire improvvisamente le elezioni anticipate, Macron ha cominciato a tramare a modo suo giochi pseudo-machiavelliani.

Il primo a reagire fra i principali leader del NFP, che sono unanimi nella critica dura della lettera di Macron, è stato Mélenchon: “Macron deve inchinarsi di fronte al Nuovo Fronte popolare”, riafferma Jean-Luc Mélenchon secondo cui il presidente della Repubblica “rifiuta di riconoscere il risultato delle urne e stima che nessuno ha vinto facendo appello alle forze politiche repubblicane a creare una maggioranza. E’ il ritorno del diritto di veto reale sul suffragio universale; Macron si dà del tempo per formare un’altra coalizione attraverso sotterfugi e imbrogli. E’ il ritorno degli intrighi della IVa Repubblica. La democrazia implica semplicemente che si inchini.

Secondo Olivier Faure, leader del Partito Socialista, che è il secondo partito del NFP, “I francesi hanno fatto una scelta e Macron deve rispettarla nominando un primo ministro del Nuovo Fronte Popolare. Il popolo francese ha parlato e bisogna rispettare la sua scelta. Si sa chi ha perso, ma il capo dello Stato afferma che nessuno ha vinto”. Faure ha ripetuto che è pronto ad assumere la carica di capo del governo se ci sarà il consenso di tutto il NFP e ha riaffermato che non ha alcuna riserva su La France Insoumise (LFI): “Ho fatto la scelta dell’unione e non mi muovo da questa”.

In un’intervista a Médiapart, la presidente uscente del gruppo parlamentare ecologista Cyrielle Chatelain ha detto: “Macron nega la vittoria del Nuovo Fronte Popolare (NFP), una prova di più della sua sconnessione” (dalla realtà politica che s’è configurata dopo le elezioni che lui ha imposto) [Macron è attualmente negli Stati Uniti per il summit della Nato]. “Egli privilegia i piccoli calcoli a discapito dell’interesse generale” e nega che il suo partito è stato sonoramente sconfitto sia alle europee che alle politiche”. Facendo appello allo “spirito di superamento”, e al dialogo tra le “forze politiche che si riconoscono nelle istituzioni repubblicane”, Macron tenta di dividere il NFP inviando messaggi sulla cernita da fare tra quelli che sarebbero i repubblicani e gli altri.

Per la deputata Clémence Guettée (La France Insoumise) Macron non è all’altezza della storia. Più solo che mai, brutalizza; deve accettare la democrazia. E secondo l’eurodeputata Manon Aubry (LFI) Macron persiste nella negazione, rifiuta di accettare la sua sconfitta e vorrebbe imporre un “colpo di forza democratico”.

Il dissidente di LFI e deputato eletto nella Somme François Ruffin dice che la lettera di Macron è una maniera di governare con arroganza e abuso di potere che nessuno a sinistra intende riprodurre.

Per la leader del partito ecologista Marine Tondelier (del NFP) Macron rifiuta di riconoscere le elezioni, una negazione che danneggia il Paese.

Da parte loro le destre non lepeniste auspicano delle alleanze programmatiche in seno a una coalizione di progetto che vada dai social-democratici alla destra di governo senza La France Insoumise”. Il Ministro dell’Interno, il fascista Darmanin, guarda essenzialmente a destra per trovare alleati. Ma la frangia “di sinistra” del campo macroniano pensa a una “alleanza della destra sociale e della sinistra socialista”. Le Pen non risparmia la sua collera per il terzo posto ottenuto dal suo partito mentre era convinta di arrivare da sola alla maggioranza assoluta e quindi afferma con sprezzo che si sta assistendo a un circo indegno e Bardella aggiunge irresponsabile quale sarebbe il compromesso del fronte repubblicano per creare una maggioranza solida secondo la lettera di Macron. Si andrebbe così alla paralisi del Paese posizionando l’estrema sinistra alle porte del potere, dopo indegni arrangiamenti.

In altre parole, la lettera di Macron ha suscitato solo reazioni negative sia a sinistra che fra le destre tranne LR, che però rappresenta poco più di 40 deputati e con tutti quelli del partito di Macron arriva appena a 206.

La situazione resta quindi assai incerta. Ma nulla esclude che il NFP possa approdare a una proposta di premier che potrebbe anche essere accettabile, per esempio Mathilde Panot, la leader di LFI artefice della creazione del NFP insieme ai leader dei socialisti, degli ecologisti e dei comunisti. E non è neanche da escludere che a questa proposta si aggiungano i nomi di Faure (Partito socialista) e Tondellier (ecologisti) come vice-premier. Inoltre, potrebbe essere possibile l’offerta di qualche ministero a deputati di Ensemble che sono stati eletti con le desistenze di candidati del NFP. Ovviamente questa ipotesi sarò difficilmente accettata da Macron, che teme innanzitutto le intenzioni presenti nel programma del NFP (abrogazione legge sull’immigrazione, abrogazione riforma delle pensioni, abolizione altre leggi sicuritarie e anti immigrati e anti francesi d’origine straniera, abrogazione riforma scuola, varo tassazione degli alti redditi, aumento a 1600 euro del salario minimo garantito, netta rinuncia alle ambizioni belliciste e altre misure ancora.

Quindi tutto resta in sospeso, mentre Macron cercherà ancora di dividere il NFP, di imbastire sotterfugi senza fine perché è sempre convinto di riprendere in mano il dominio che il presidenzialismo alimenta sino a fargli credere di essere una sorta di nuovo Re Sole.

 

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LA LETTERA DI MACRON 
Care Francesi, Cari Francesi
Il 30 giugno e il 7 luglio scorsi, avete votato e saluto la mobilitazione segno della vitalità della nostra Repubblica di cui possiamo, mi sembra, tirare qualche conclusione.
Innanzitutto, esiste nel Paese un bisogno d’espressione democratica. Inoltre, se l’estrema destra è arrivata in testa al primo turno con quasi 11 milioni di voti, voi avete chiaramente rifiutato che essa acceda al governo. Infine, nessuno ha vinto. Alcuna forza politica ha ottenuto da sola una maggioranza sufficiente e i blocchi o coalizioni che escono da queste elezioni sono tutti minoritari. Divisi al primo turno, uniti dalle desistenze reciproche al secondo, eletti grazie ai voti degli elettori dei loro ex avversari, solo le forze repubblicane rappresentano una maggioranza assoluta. La natura di queste elezioni, segnate da una domanda chiara di cambiamento e di condivisione del potere, le obbliga a creare una larga aggregazione.
Presidente della Repubblica, sono sia protettore dell’interesse superiore della Nazione e garante delle istituzioni e del rispetto della vostra scelta.
Quindi è a tale titolo che chiedo all’insieme delle forze politiche che si riconoscono nelle istituzioni repubblicane, lo Stato di diritto, il parlamentarismo, un orientamento europeo e la difesa dell’indipendenza francese, di impegnarsi in un dialogo sincero e leale per creare una maggioranza solida, necessariamente plurale, per il paese. Le idee e i programmi prima dei posti e le personalità: questa aggregazione dovrà costruirsi attorno qualche grande principio per il paese, valori repubblicani chiari e condivisi, un progetto pragmatico e leggibile e prendere in conto le preoccupazioni che voi avete espresso al momento delle elezioni. Esse dovranno garantire la più grande stabilità istituzionale possibile. Essa riunirà le donne e gli uomini che, nella tradizione della V-Repubblica, mettono il loro paese al di sopra del loro partito, la Nazione al di sopra della loro ambizione. Ciò che i Francesi hanno scelto nelle urne – il fronte repubblicano, le forze politiche devono concretizzarlo con i loro atti.
E’ alla luce di questi principi che deciderò la nomina del Primo Ministro. Questo suppone di lasciare un po’ di tempo alle forze politiche per costruire questi compromessi con serenità e rispetto di ognuno. Da qui a lì, il Governo attuale continuerà a esercitare le sue responsabilità e sarà incaricato degli affari correnti come vuole la tradizione repubblicana.
Poniamo la nostra speranza nella capacità dei nostri responsabili politici di far prova di senso di concordia e di conciliazione nel vostro interesse e in quello del paese. Il nostro paese deve poter far vivere, come fanno tanti nostri vicini europei, questo spirito di superamento che ho sempre invocato.
Il vostro voto impone a tutti di essere all’altezza del momento. Di lavorare insieme.
Domenica scorsa, avete fatto appello all’invenzione di una nuova cultura politica francese. Per voi, veglierò. In vostro nome, ne sarò il garante.
In fiducia
Emmanuel MACRON 
fonte: leParisien