Dal 26 al 30 giugno si sono svolti tra l’Università di Palermo e il Borgo Danilo Dolci di Trappeto moltissimi eventi (incontri, dibattiti, spettacoli teatrali, proiezioni di docufilm, laboratori e concerti) per ricordare Danilo Dolci nel centenario della nascita e trasmettere il suo messaggio di impegno nonviolento, più attuale e ispiratore che mai. Costruito nel 1968, il Borgo di Trappeto è stato per decenni un centro di formazione internazionale, sede di innumerevoli iniziative per l’educazione e la pace, un vero faro di luce che ora però ha bisogno di un impegnativo lavoro di ricostruzione. Ne parliamo con sua figlia Daniela Dolci, promotrice del progetto di ristrutturazione e una degli organizzatori delle iniziative appena concluse.
Daniela, che bilancio puoi fare di queste giornate intense e stimolanti?
Realizzare il Festival “Palpitare di nessi” è stato importante per due motivi:
- Rilanciare il Borgo Danilo Dolci come luogo d’incontro a livello locale, nazionale e internazionale, avendo come obiettivo il completamento della prima fase di ristrutturazione entro la fine di giugno, per far sì che il festival si potesse tenere proprio là.
- Ricordare a cento anni dalla nascita l’impegno socio/politico/culturale di Danilo e proiettarci verso il futuro come costituenda Fondazione Danilo Dolci, coinvolgendo la nuova generazione, molto sensibile ai problemi politici/sociali/economici ed ecologici di oggi.
L’affluenza di un vasto pubblico ci ha fatto constatare quanto vario ed interessante fosse il programma proposto dal Comitato artistico del Festival e di come sia ancora viva la figura di Danilo.
Oltre a diffondere l’importante eredità lasciata da Danilo in tanti campi, dall’educazione all’attivismo, uno degli scopi di questi eventi era quello di rafforzare la campagna di raccolta fondi per la ricostruzione del Borgo. A che punto siete con questo importante progetto?
La ricerca fondi in Italia finora non ha portato grandi frutti. Ho trovato fondi in Svizzera, dove vivo, ma la Sicilia dovrà attivarsi al più presto. Sicuramente dopo aver costituito la Fondazione Danilo Dolci (entro la fine del 2024) e reso il Borgo immobile pubblico e non più privato, sarà meno difficile accedere anche a bandi dell’Unione Europea.
Foto di Thomas Schmid
Quali obiettivi vi proponete?
Il Borgo è stato concepito come Centro per la realizzazione di corsi di formazione, seminari, workshop, tavole rotonde, concerti, spettacoli. Ci si propone per il futuro di dare continuità alla sua storia ripartendo dai temi che l’hanno caratterizzata: lavoro sociale ed educativo, migrazione e integrazione culturale, comunicazione nonviolenta, educazione alla pace, sociologia, formazione alla leadership cooperativa e nonviolenta, sviluppo territoriale, studi urbanistici, filosofia, letteratura, musica, teatro, pittura.
Il Borgo ha costituito per decenni un punto di riferimento essenziale per quanti erano interessati alla diffusione del pensiero di Danilo sulla nonviolenza e sull’educazione alla pace. La sua posizione, nella grande isola nel cuore del Mediterraneo, è davvero cruciale, dal momento che la Sicilia – per evidenti ragioni geopolitiche – ha da sempre rappresentato un luogo privilegiato di incontro e confronto tra popoli e culture, come dimostra anche il suo ruolo nell’attuale crisi dei rifugiati.
Oggi come allora, la formazione di un pensiero originale e critico nei confronti dei governi, delle istituzioni, del “sentire comune”, è di fondamentale importanza ovunque nel mondo. Le crisi che stanno dilaniando il nostro presente, ponendo serie ipoteche sul futuro dell’Europa e dell’umanità intera, rendono sempre più evidente la necessità di esplorare strade alternative in chiave pacifica e nonviolenta.
Quali realtà sociali e culturali sono coinvolte e come pensate di coinvolgerne altre, soprattutto di giovani?
Il lavoro per lo sviluppo socio-economico-culturale promosso da Danilo ha sempre integrato e valorizzato i giovani. Anche adesso c’è una condivisione attiva grazie a quattro volontari, che si adoperano per coinvolgere i giovani della zona, rendendoli partecipi e co-responsabili del Borgo.
Inoltre il lavoro di Danilo e il Centro Studi e Iniziative avevano potuto contare sul sostegno finanziario di istituzioni internazionali e organizzazioni no-profit. Decisivo in questo senso è stato il ruolo svolto da alcuni Comitati attivi in Svizzera. Nel 1962 è stata fondata l’Associazione “Verein zur Förderung des Werkes von Danilo Dolci – CH”, sciolta nel 2012, che ha contribuito in modo significativo alla realizzazione di numerosi progetti. Questo tradizionale legame tra la Svizzera e la Sicilia può ora essere rinnovato e rinvigorito: a tal fine si è la costituita nel 2023 un’associazione svizzera esente da imposte, che possa affiancare e sostenere nel suo ambizioso percorso la Società senza fini di lucro Borgo Danilo Dolci S.R.L., costituita in Italia nel 2022.
Dopo la riapertura al pubblico del “Borgo di Trappeto” in Sicilia, programmata – al completamento dei necessari lavori di ristrutturazione – per il 2024, è prevista una collaborazione con la Svizzera a diversi livelli e in diversi ambiti:
– Progetti educativi innovativi con le classi delle scuole svizzere per sviluppare il concetto di comunicazione nonviolenta.
– Laboratori per bambini e giovani, adatti alle diverse fasce d’età, sui temi dell’integrazione e della pace.
– Scambi tra giovani svizzeri e siciliani, finalizzati allo studio e alla comprensione delle nefaste ricadute in ambito economico e sociale della mafia e di altre forme di criminalità organizzata, presenti ormai con ramificazioni anche internazionali.
– Viaggi di studio per seminari di università svizzere e scuole universitarie professionali.
– Cooperazione con l’Istituto svizzero per la pace Swisspeace (Università di Basilea) su temi quali la gestione nonviolenta dei conflitti e la ricerca sulla e per la pace.
State progettando altri appuntamenti nei prossimi mesi?
Il fulcro dell’opera di Danilo Dolci è la maieutica, l’arte di “aiutare le persone a esprimersi”, sollecitando il cambiamento individuale e di gruppo attraverso il “reciproco adattamento creativo”: un ambito di ricerca e sperimentazione oggi più che mai attuale e necessario, soprattutto se si pone attenzione alle questioni connesse alle relazioni internazionali tra Stati e popoli e ai problemi epocali posti dalle dinamiche migratorie.
Essendo impegnati da diversi decenni in ambito sociale e culturale, in Italia e in Svizzera, abbiamo osservato una crescente richiesta da parte di scuole e istituzioni accademiche di utilizzare questo Centro per le loro attività e in particolare per la realizzazione di corsi e seminari. Il lavoro di Danilo Dolci, i suoi scritti, le sue teorie e i suoi metodi vengono sempre più compresi quali straordinari strumenti di ricerca e sperimentazione. L’ulteriore approfondimento e adattamento del metodo maieutico, alla luce delle questioni poste dal travagliato presente, è di importanza centrale per la comunicazione fra i popoli e lo sviluppo di relazioni internazionali pacifiche e reciprocamente rispettose.
I metodi di comunicazione nonviolenta non sono importanti solo nelle scienze sociali, ma possono essere sperimentati e praticati anche nelle arti. I corsi di teatro e di musica, soprattutto per gruppi, sono sempre stati parte integrante del programma del Borgo. Ciò è sicuramente importante per i bambini e per i giovani, ma anche per gli adulti, poiché nei Paesi dell’Europa meridionale raramente esistono strutture statali per l’apprendimento e la pratica delle arti. Il Borgo è già attivo anche in questo contesto.
Il prossimo gruppo che verrà al Borgo sarà a fine settembre il circolo Arci Pasol, la compagnia teatrale Barbe à Papà Teatro e Contadinazioni-FuoriMercato come collettivo di ricercatori impegnati sul tema del lavoro migrante in agricoltura.
Come si può contribuire alla raccolta fondi per la ristrutturazione del Borgo Danilo Dolci?
Questi sono i dati bancari per le donazioni, sempre benvenute:
Società BORGO DANILO DOLCI S.R.L. Impresa sociale
Banca Etica
IBAN: IT46 T050 1804 6000 0001 7283 656