(Riceviamo e pubblichiamo dalla rivista ‘Riformismo e solidarietà’ una riflessione di Pier Paolo Baretta sulle elezioni francesi)

I risultati delle elezioni francesi mettono a dura prova la attendibilità dei sondaggisti e offrono molta materia per gli analisti.
Ma, a dir la verità, sono soprattutto i politici, anche nostrani, a dover riflettere.

In Francia la destra ha clamorosamente perso la scommessa, tanto sbandierata e data quasi per scontata solo una settimana fa, di ottenere la maggioranza assoluta.

La sinistra ha indubbiamente vinto, raccogliendo una spinta al cambiamento che ha trovato nella paura della destra un collante; ma non ha la maggioranza per governare da sola, come ha chiesto Mélenchon.

Ma la maggioranza non ce l’ha nessuno! Si apre, dunque, uno scenario di grande incertezza per le prospettive di governo.

Ma, questo è il problema dei prossimi giorni; ora, a urne appena aperte, il significato del voto è chiaro: la sconfitta, senza appello, della destra.
Un risultato che è stato possibile, da un lato, per merito di una molto ampia partecipazione civica, che ha portato a votare quasi il 60% dei francesi, di cui molti giovani; e, dall’altro, della spregiudicata, ma riuscita, operazione politica di desistenza, che non garantisce niente sulle prospettive di governo, ma ha permesso questo risultato insperato sia per Macron che per Mélenchon.
Il quale si è precipitato, ovviamente, ad incassare la vittoria, rivendicando per il suo partito l’incarico a primo ministro; ma, aggiungendo, addirittura, che Macron è stato sconfitto… quando è, al contrario, il vero vincitore politico di questa storia.

Se non c’era, infatti, la mossa coraggiosa e rischiosa di giocarsi il tutto per tutto, convocando le elezioni a tamburo battente, oggi la Francia, e non solo, sarebbe nel caos di una presunta egemonia della destra.

Bardella si è difeso sostenendo che il gioco di alleanze spurie, che hanno unito centristi e sinistra, ha impedito ai francesi di pronunciarsi liberamente.
È una affermazione grave, perché i francesi potevano benissimo votare a destra e darle comunque la maggioranza assoluta se lo avessero voluto.
La verità è tutt’altra: i Francesi hanno, in larghissima ed eterogenea maggioranza – il rende ancora più significativo il risultato – risposto all’appello di fermare Le Pen (che non è stata nemmeno eletta!) e i suoi, accettando proprio la offerta… spuria, ma democratica plausibile, che la maggioranza delle forze politiche francesi ha chiesto loro e che serviva solo a questo: fermare la destra.

Macron ha chiamato i francesi a unirsi sui valori di fondo.
I francesi lo hanno ascoltato ma, nel farlo, gli hanno lasciato da gestire un problema delicatissimo: dare un governo alla Francia, sorretto da una maggioranza. che, al momento, non c’è.
Ma, per il ruolo istituzionale che egli copre nel sistema Presidenziale che vige in Francia, e che anche Mélenchon, pur attaccandolo, gli riconosce, sarà lui, anche stavolta, a dare le carte.