Imponente il presidio antirazzista tenutosi ieri, martedì 2 luglio 2024, a Roma e più precisamente a Torpignattara, storico quartiere popolare e ora uno dei più multietnici della capitale.

Migliaia di persone di ogni età hanno manifestato la loro indignazione e la loro solidarietà partecipando al presidio, anzi ai due presidi adiacenti, ma distinti, che si sono tenuti  contemporaneamente, al parco Giordano Sangalli, dedicato all’eroe partigiano, a ridosso dell’acquedotto alessandrino, imponente monumento romano che ha accolto la mobilitazione.

Da un lato gli anarchici dietro lo striscione “Contro la guerra quotidiana alle persone immigrate” sono i primi ad accogliere le persone al loro arrivo, tuonando contro gli organizzatori del presidio adiacente, a loro avviso collaterali al Partito Democratico; a un certo punto in duecento partono in corteo e altri sarebbero tentati di seguirli, senonché avvengono due fatti che, congiuntamente, compattano il presidio al Parco.

C’è un attimo di tensione perché un uomo e una donna che fanno parte di un gruppetto di una decina di persone, tra adulti e bambini, iniziano a inveire contro migranti e i “comunisti che li appoggiano”. Provocano e vorrebbero passare alle mani, ma sono spinti fuori da presidio senza far male a nessuno, prima dell’intervento della polizia, che infatti subito si ritira.

Inizia allora una vera e propria assemblea popolare, in cui protagoniste indiscusse sono le donne, alcune italiane e altre di origine indiana o bengalese.

Tutti gli interventi sono tradotti nelle due lingue, in italiano e in bangla, la comunità maggiormente presente, mentre il rappresentante della comunità afghana parla anche in inglese. Parlano rappresentanti di associazioni, del Comitato di Quartiere, della Casa del Popolo e del Centro Sociale.

Domenica sera in questo stesso luogo alcuni adolescenti, maschi e femmine, di origine indiana e del Bangladesh stavano giocando a calcio e sono stati aggrediti, pesantemente insultati e derubati del pallone da sei ragazzi, tre maschi e tre femmine, che rivendicavano spavaldamente il loro razzismo. “Andatevene via, qua non vi vogliamo, questa è casa nostra, negri di merda. Siamo razzisti, certo, e allora?” I ragazzini non cedono all’ingiustizia e pretendono di riavere il loro pallone; li raggiungono due dei genitori, ma i fascistelli hanno chiamato in soccorso una quindicina di italiani che evidentemente condividono la loro pestifera ideologia nera. Questi, in netta superiorità numerica, si accaniscono contro i tre adulti immigrati: il più grave è un indiano con 25 giorni di prognosi per delle costole rotte e un taglio al collo provocato dal vetro di una bottiglia usato come pugnale dall’aggressore, un secondo indiano viene colpito dal lancio di una bottiglia piena e il terzo ferito è un sessantenne del Bangladesh, aggredito dai razzisti in fuga mentre ignaro scendeva dall’autobus.

Questi i fatti che hanno portato all’imponente presidio promosso da ANPI e Arci di Roma e a cui hanno aderito Libera, l’Alleanza Verdi Sinistra, Rifondazione Comunista, il Partito Democratico (con due bandiere un po’ defilate e alle cui passate politiche antimigratorie, si pensi agli accordi di Minniti con la Libia, diversi interventi non hanno fatto alcuno sconto).

Sono presenti anche moltissimi giovani, alcuni organizzati con la Rete degli Studenti, con l’Opposizione Studentesca d’Alternativa e con i Giovani Comunisti e diverse organizzazioni della galassia comunista, tra cui l’Organizzazione Comunista Internazionale.

La stragrande maggioranza delle persone intervenute sono lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti del quartiere che ha solide tradizioni antifasciste.

Al megafono continuano ad alternarsi voci diverse: maestri e maestre, in particolare quelle della Pisacane che in piazza hanno ritrovato i loro giovanissimi alunni, l’assessore Catarci a nome della giunta capitolina, la rappresentante degli studenti palestinesi, applauditissima, che accusa il PD di non aver neppure saputo riformare la legge sulla cittadinanza, di difficile accesso per molti giovani che pure sono nati in Italia.

L’ultimo intervento di Mani Rosse Antirazziste ricorda la mobilitazione contro le stragi nel deserto, in mare e nelle foreste tra Polonia e Bielorussia, frutto delle politiche di contrasto all’immigrazione con ogni mezzo necessario. Gli autori di questo migranticidio sono gli esponenti del nuovo fascismo razzista e guerrafondaio che si sta affermando in Europa.

Al termine della assemblea popolare la gente non a voglia in di andare a casa e molti restano al parco, dove la serata è animata dai balli coinvolgenti della Murga.