Secondo un recente sondaggio dell’ONU, la stragrande maggioranza degli intervistati (che rappresentano l’87% della popolazione mondiale) vuole che i suoi leader facciano di più per combattere il riscaldamento globale. Una richiesta che appare particolarmente netta nei Paesi più poveri (89%), ma che resta alta anche nei Paesi del G20 (76%) e tra i maggiori emettitori di gas serra, Cina (73%) e Stati Uniti (66%). L’atteggiamento delle cittadine e dei cittadini nei confronti dei cambiamenti climatici è in forte e radicale cambiamento anche nel Vecchio Continente: secondo un sondaggio Eurobarometro sugli “atteggiamenti degli europei verso l’ambiente”, gli europei continuano a esprimere forti livelli di preoccupazione per l’ambiente, che considerano una questione che li riguarda personalmente. In particolare, in paesi come Spagna, Grecia, Cipro, Malta, Portogallo e Italia, vi è una forte preoccupazione: tra l’88% e il 98% dei cittadini afferma che l’ambiente ha un impatto sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute. Questi risultati sono pressoché identici a quelli dell’ultima indagine condotta nel 2019, evidenziando la continua rilevanza della politica ambientale dell’UE. I cittadini sono preoccupati anche per i costi dell’inquinamento. Il 92% degli europei afferma che le aziende dovrebbero farsi carico dei costi legati alla bonifica dell’inquinamento, mentre il 74% concorda sul fatto che siano le autorità pubbliche a farsi carico dei costi (https://europa.eu/eurobarometer/surveys/detail/3173).

Nello specifico dell’atteggiamento degli italiani verso l’ambiente è invece  l’ISTAT a certificare che nel 2023 cresce la preoccupazione per i cambiamenti climatici (espressa dal 58,8% della popolazione di 14 anni e più; 56,7% nel 2022. La preoccupazione per lo smaltimento dei rifiuti e l’inquinamento dell’acqua riguardano circa il 40%. Nel 2023 la metà dei cittadini esprime preoccupazione per la qualità dell’aria, quota pressoché stabile dal 1998 (primo anno di rilevazione). E a cambiare è anche l’approccio degli italiani verso i consumi energetici: nel 2023, la quota di quanti fanno abitualmente attenzione a non sprecare energia arriva al 72,8%. Un risparmio che si va ad affiancare alla continua accelerazione della penetrazione delle energie rinnovabili. Infatti, la capacità rinnovabile in esercizio, nei primi cinque mesi del 2024, è in aumento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel dettaglio, l’aumento è stato di 3.015 MW (l’analisi dettagliata della domanda elettrica mensile provvisoria del 2023 e del 2024 è disponibile nella pubblicazione “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, consultabile alla voce “Sistema elettrico >> Dispacciamento >> Dati esercizio” del sito www.terna.it). 

In crescita anche quanti sono attenti a non sprecare acqua: il 69,8% contro il 67,6% del 2022. Anche se l’attenzione verso comportamenti ecocompatibili parrebbe, nei fatti, non essere caratteristica precipua dei giovani, per quanto essi si dichiarino almeno in teoria i più attenti su temi quali, ad esempio, la tutela della biodiversità, la distruzione delle foreste e l’esaurimento delle risorse naturali. Solo dopo i 25 anni di età iniziano a manifestarsi comportamenti decisamente più virtuosi. Oltre 20 punti percentuali si registrano tra gli over 55enni e i giovani sotto i 24 anni nel non sprecare l’acqua (il 53,0% delle persone tra i 14 e i 24 anni rispetto al 79,0% degli over 55), così come nel non sprecare energia (il 53,1% degli under 24 rispetto al 76,1% di coloro che hanno più di 55 anni). In compenso, i giovani sotto ai 24 anni sono sempre più propensi all’uso di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati, li sceglie abitualmente il 29,5% contro il 17,3% degli over55. Le donne sono mediamente più attente a mantenere comportamenti ecocompatibili. Le differenze più evidenti si colgono soprattutto sui comportamenti di acquisto: sussistono oltre 11 punti percentuali di differenza nel leggere abitualmente le etichette degli ingredienti (41,4% delle donne rispetto al 29,9% degli uomini); più bassa ma rilevante la differenza tra chi acquista come prassi alimenti o prodotti biologici (16,0% delle donne rispetto all’11,7% degli uomini) e prodotti a chilometri zero (25,6% rispetto a 21,4%). Le donne sono inoltre in media più accorte a non sprecare acqua (72,3% rispetto al 67,2%) ed energia (74,9% rispetto al 70,5%). Qui il Report dell’ISTAT: https://www.istat.it/it/files//2024/06/TODAY_PREOCCUPAZIONI_AMBIENTALI_2023.pdf

Non solo, ma da quanto emerge dai risultati dell’indagine Ipsos per Earth4All e Global commons alliance, realizzata in 17 Paesi del G20 e pubblicata il 24 giugno,  il 71% degli italiani e delle italiane sostiene misure fiscali che tassino la produzione dei gas climalteranti, il 61% pensa ci siano troppe diseguaglianze nella società e il 64% (media G20 del 70%) è favorevole a una maggiore progressività della tassazione sui redditi. E il 61% chiede una tassa sui patrimoni dei più ricchi. 

Il tema del cambiamento climatico rappresenta senz’altro una sfida sistemica, ovvero una questione politica che deve essere affrontata dalle istituzioni e che deve necessariamente prefigurare una trasformazione immediata e radicale dei processi produttivi, del trasporto, della produzione dell’elettricità, dell’agricoltura e così via. Tuttavia, non può essere ritenuto del tutto residuale il contributo individuale, se non altro perché qualsiasi cambiamento che dovrebbe essere proposto e che verrà implementato avrà un impatto altamente significativo sugli individui e sulla vita quotidiana di ciascuno di noi. E, quindi, anche nelle quotidiane scelte di consumo possiamo fare la nostra parte. In una utile guida messa a punto da Cittadinanzattiva “Guida pratica per un consumo attivo e responsabile” sono riportati indicazioni e consigli ai cittadini-consumatori per: consentirgli di valutare con spirito critico le proprie scelte di acquisto e consumo riguardo beni e servizi;  permettergli di contribuire in maniera attiva alla definizione e adozione di modelli di produzione e consumo più sostenibili da un punto di vista ambientale, economico e sociale; aiutarli a diventare consumatori della generazione spreK.O.

Qui per caricare la Guida: https://www.generazionespreko.it/