Mark the Date! Doppio appuntamento il 26 giugno al Manituana di Torino e al Presidio NoTav di San Giuliano di Susa, per la proiezione in simultanea del bel documentario di Andrea Galafassi dal titolo Mitakuye Oyasin – Tutto è connesso, dedicato alla vicenda del nativo americano Leonard Peltier, da 40 anni detenuto in un carcere di massima sicurezza in Florida, che si intreccia con le immagini di una valle (la Val Susa appunto) da 30 anni imprigionata nella più inaccettabile devastazione causa-TAV.

Del caso di Leonard Peltier, della sparatoria che esplose in quel 26 giugno del 1975 nella località di Oglala nello stato del Sud Dakota, volgendo in tragedia quella che avrebbe dovuto essere una normalissima e partecipata assemblea di indiani nativi, ci siamo già occupati innumerevoli volte per questa testata: due agenti dell’FBI rimasero uccisi in quella circostanza (oltre al nativo Joe Stuntz) e qualcuno doveva pagare. Il procedimento giudiziario venne manipolato ad arte per convalidare la colpevolezza di Peltier.

Limitiamoci dunque a dire del film, che è già stato presentato in anteprima al Festival delle Terre di Roma (15 maggio) e che approda ora a Torino e in Val di Susa e negli stessi luoghi che si trovarono ad accogliere le tre native Carol Gokee, Lona Knight e Jean Roach nell’autunno del 2022, quando vennero in Europa per il Rise Up Tour: un viaggio dal cuore degli Stati Uniti fino in Francia, Germania, Svizzera e appunto Italia, con l’obiettivo di sensibilizzare il maggior numero di platee circa l’urgenza di risolvere una volta per tutte l’ingiustizia di quella totalmente arbitraria prigionia.  Così l’aveva definita infatti lo stesso Dipartimento per gli Affari Indigeni delle Nazioni Unite con sede a Ginevra. E Ginevra, con vari appuntamenti ad alto livello e una bellissima manifestazione di fronte alla sede UN con tanto di Tee Pee e tamburi, era stata la tappa immediatamente precedente il passaggio in Italia, via Modane.

Il film prende appunto le mosse dal momento in cui le tre attiviste vengono festosamente accolte da una piccola delegazione del movimento NoTav francese al di là delle Alpi, ed eccole subito dopo a constatare il paesaggio di devastazione a causa del cantiere a Villarodin Bourget. Non meno impressionante il giorno successivo, sarà la situazione di pervasiva militarizzazione in Val Susa, con l’ex polmone verde di San Didero imprigionato dentro alte recinzioni, le FFOO che si avvicendano giorno e notte in difesa della ‘grande opera’ oltre la cancellata, un territorio ridotto a terra di conquista, colonia.

Sotto la tettoia di quello che era il presidio di San Didero (perché anche quel pezzo lì è stato nel frattempo espropriato), le tre donne spiegano il motivo del loro viaggio, l’incredibile storia di quella prigionia che benché non supportata da alcuna evidenza, benché ripetutamente denunciata come illegittima, sembra destinata a continuare all’infinito. A nome del Movimento NoTav, Nicoletta Dosio e Alberto Perino testimoniano l’intollerabile assedio da troppi anni inflitto alla loro valle, la detenzione di tanti dietro le sbarre: Mitakuye Oyasin, siamo tutti nella stessa storia.

Ed eccoci poi a Torino, Milano, Roma. E man mano che il viaggio prosegue, la camera di Andrea Galafassi si fa sempre più vicina al cuore della vicenda. E alla documentazione degli incontri, uno più affollato dell’altro, si alternano i ravvicinati primi piani, con lunghe interviste che in fase di montaggio forniscono poi la traccia per la più accurata ricostruzione di quella storia così lontana e al tempo stesso così vicina. E dell’insanabile ferita, del trauma collettivo entro cui si situa: particolarmente toccante la testimonianza di Lona in relazione al doloroso capitolo delle boarding school, che per moltissimi bambini indiani (che vennero letteralmente rubati alle loro famiglie per essere ‘rieducati’ nello stile di vita dei bianchi, e tra loro anche Leonard Peltier) furono un vero e proprio trauma, la prima prigione.

Ai materiali d’archivio, alle foto e ai filmati di repertorio che documentano come meglio non si potrebbe l’oppressione di un’intera Nazione Indiana nel controluce della vicenda di Leonard Peltier, si alternano le immagini di una valle che da oltre trent’anni non ha smesso di opporsi alla logica della devastazione, “la stessa che nelle nostre Black Hills. come qui nelle vostre montagne, come ovunque nel mondo, sta mettendo sotto assedio la nostra Madre Terra, con le sue risorse più preziose e vitali, che abbiamo il dovere di difendere anche nel nome di chi non ha voce, le piante, gli animali”, sottolinea con convinzione Jean verso il finale.

Solo poche immagini prima il documentario si era soffermato sulle immagini delle esplosioni, dei fumi, della nube tossica, che aveva concluso la più festosa delle manifestazioni NoTav, quando per la prima volta  entrambi i versanti dell’opposizione al devastante progetto si erano ritrovati insieme, per il campeggio organizzato dai Soulevements de la Terre in Maurienne, 17 giugno 2023: Mitakuye Oyasin, siamo tutti bersaglio della stessa aggressione.

Formidabile voce narrante di tutta questa storia, oltre che instancabile attivista da anni per la causa di Leonard Peltier (e infatti a più riprese inquadrato nel filmato) è il ‘nostro’ Andrea De Lotto, che per i lettori di Pressenza non ha bisogno di presentazione.

E davvero bella la colonna sonora che Alberto Vacchiotti ha sapientemente elaborato sul leit motif del canto d Lona all’inizio del film: un canto che in quei giorni del Rise Up Tour, dinnanzi al fortino di San Didero, suonò come una manifestazione di commossa devozione alla Madre Terra. E che particolarmente in questi giorni, risuona come la più accorata delle preghiere, in attesa dell’ennesimo verdetto per una possibile liberazione di Leonard Peltier sulla ‘parola’: le udienze sono iniziate il 10 giugno scorso, ma come si poteva prevedere dai vertici dell’FBI è stata reiterata l’opposizione a qualsiasi forma di clemenza, nonostante l’avanzata età del prigioniero, nonostante sia ormai malato, nonostante l’evidenza di innocenza.

In compenso all’attenzione della commissione giudicatrice sono arrivate decine di migliaia di lettere, messaggi, appelli da ogni parte del mondo. Dall’Italia ha scritto persino Papa Francesco, Free Leonard Peltier!

Mitakuye Oyasin – Tutto è connesso: la storia di Leonard Peltier di Andrea Galafassi

26 giugno dalle ore 21: al Laboratorio Culturale Autogestito Manituana di Torino, Largo Vitale;
e al Presidio NoTav “Il sole in un baleno” a San Giuliano di Susa