Di fronte all’ennesima conta straziante, 21 salme e oltre 60 dispersi in soli 10 giorni, il silenzio istituzionale è vergognoso. Un silenzio incurante del dolore di chi sopravvive, un vuoto disumano non tollerabile. Non c’è risposta dai governi italiani e dalle istituzioni europee agli oltre 1.000 morti nel Mediterraneo solo quest’anno; la loro inerzia lo ha svuotato di mezzi e risorse di ricerca e soccorso.
Sei morti al giorno sono qualcosa di più che la dimostrazione di un fallimento delle autorità italiane, smascherano soprattutto una tragedia umanitaria costruita a tavolino, provvedimento dopo provvedimento, dai diversi governi che si sono succeduti in questi anni.
Invece di azioni concrete per evitare altre tragedie in mare, come rafforzare le attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo o creare vie legali e sicure per arrivare in Europa, le autorità italiane e le istituzioni europee hanno scelto consapevolmente politiche letali di deterrenza, violenza alle frontiere, respingimenti forzati, accordi con Paesi terzi che perseguitano le persone migranti e la sistematica criminalizzazione di chi tenta di soccorrere chi è in pericolo in mare.
Ciascuna di queste scelte politiche disumane ha contribuito a far sì che ieri intere famiglie scomparissero inghiottite dal mare davanti alle coste italiane. All’indomani dell’ennesima strage in mare, il dolore dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime reclama risposte, azioni e responsabilità da parte delle istituzioni italiane ed europee per impedire altre morti.
Marco Bertotto, direttore dei programmi di Medici Senza Frontiere in Italia.