“Il whisky è per bere e l’acqua per combattere”, un detto popolare dall’epopea del West che sta tornando di moda.

Le megalopoli del mondo sono sul filo del rasoio a causa dello stress idrico.

Il cambiamento climatico sta massacrando le risorse idriche e mettendo a dura prova i nervi del mondo; in particolare, le megalopoli come Città del Messico (22 milioni di abitanti) potrebbero rimanere a secco quest’estate. Quasi il 90% dell’area metropolitana di Città del Messico è colpita da una grave siccità. Il paese è colpito da una diffusa siccità dal 2021-22. Il calo sta facendo affondare la città di 50 centimetri l’anno a causa della rapida estrazione delle acque di falda in sostituzione degli scarsi bacini idrici. La metropolitana sta affondando in modo irregolare. Le rotaie traballano. Quest’anno l’enorme città potrebbe prosciugarsi.

Bogotà, città di 8 milioni di abitanti situata in una zona umida delle Ande settentrionali circondata da foreste pluviali, ha istituito il razionamento dell’acqua a partire dal 15 aprile 2024. Il bacino idrico di Chingaza è pieno al 15% e se le piogge non tornano presto, l’acqua potrebbe esaurirsi nel giro di due mesi. Il sindaco ha raccomandato di eliminare le docce quotidiane, con diversi altri suggerimenti.

Il cambiamento climatico causato dall’uomo è il nemico numero uno, e tutto inizia nell’Artico influenzando l’intero emisfero settentrionale: il troppo caldo prolungato sta sciogliendo il ghiaccio riflettente, sconvolgendo un secolare interscambio con correnti a getto a 9 km che pilotano l’andamento meteorologico. Come un marinaio ubriaco, le correnti a getto non sanno dove dirigersi e nemmeno le perturbazioni. Il risultato è che le piogge nei bacini idrici di Città del Messico sono terribilmente deboli, se non addirittura nulle, dopo anni di siccità senza precedenti.

L’anno scorso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York è stata informata da eminenti scienziati: “Conflitto, clima e cooperazione”. Sono passati 4.500 anni dallo scoppio di una vera e propria guerra per i diritti sull’acqua, svoltasi tra due città-stato della Mesopotamia in quello che oggi è chiamato Iraq.

Come 4.500 anni fa, le tensioni sull’acqua sono in aumento e la colpa è in gran parte del cambiamento climatico, mentre i combustibili fossili restano sullo sfondo. Le principali città del mondo rischiano di seccarsi e il problema è il cambiamento climatico: troppo caldo prolungato con siccità dilagante, aggravando i grandi problemi del Giorno Zero, mentre i rubinetti si seccano. I principali candidati: Città del Messico, Johannesburg, Città del Capo, Giakarta, San Paolo, Pechino, Il Cairo, Bangalore, Tokyo, Londra, Bogotà, Mosca, Istanbul. (Fonti: Euronews e World Resources Institute Aqueduct)

Il riscaldamento globale sta impattando una relazione molto delicata tra le principali città e la diminuzione delle risorse idriche. Il caldo estremo riduce i bacini idrici insieme a decenni di abbandono, mentre le infrastrutture idriche si sgretolano e i cambiamenti climatici modificano i modelli delle precipitazioni rendendo le regioni un tempo umide più aride che mai.

Il Rapporto sullo Sviluppo Idrico Mondiale del 2024 afferma che quasi la metà della popolazione mondiale sperimenta “una grave scarsità d’acqua, almeno temporanea”. Nel frattempo, le tensioni sull’acqua stanno esacerbando i conflitti in tutto il mondo (Comunicato stampa: Le crisi idriche minacciano la pace mondiale, UNESCO, marzo 2024). Ancor più importante, 2.2 miliardi di persone non hanno accesso ad “acqua potabile gestita in modo sicuro”. Questa è una ricetta garantita per ulteriori guai poiché le persone disperate adottano misure disperate… per sopravvivere.

Le recenti guerre per l’acqua hanno provocato spargimenti di sangue in India, Kenya e Yemen. E al confine tra Iran e Afghanistan infuria il conflitto per l’acqua del fiume Helmand.

Secondo studi del Pacific Institute, negli ultimi 18 mesi si sono verificati nel mondo 344 casi di conflitti legati all’acqua. Peter Gleick del Pacific Institute afferma: “Vediamo anche un preoccupante aumento della violenza associata alla sicurezza idrica aggravata dalla siccità – sconvolgimenti climatici, popolazione in crescita e competizione per l’acqua”. (Fonte : L’acqua sempre più al centro dei conflitti dall’Ucraina al Medio Oriente, LA Times, 28 dicembre 2023)

Il cambiamento climatico sta creando un percorso di guerra, costringendo i principali centri urbani a cambiare stile di vita, a vivere con meno e a scontrarsi con un sistema economico capitalistico neoliberista mondiale che promuove una crescita infinita a tutti i costi.

Ignorando la terribile influenza dei combustibili fossili che emettono CO2 e alimentano una crescita infinita che fa a pezzi le perturbazioni che erano state prevedibili per secoli, ma sono diventate ora brutalmente imprevedibili, la fine potrebbe essere vicina.

L’incapacità della leadership mondiale di giudicare e affrontare adeguatamente il riscaldamento globale generato dall’uomo, nonostante i decenni di avvertimenti da parte di scienziati di prim’ordine e il loro sfacciato prostrarsi agli interessi dei combustibili fossili, sta imboccando un percorso molto difficile. Pertanto, ci sono voci su come cambiare direzione, per esempio The Climate Revolution trasmesso al Climate Emergency Forum con Roger Hallam, co-fondatore di Extinction Rebellion, che suggerisce un cambio della guardia:
https://www. youtube.com/watch?v=Pc8KS89lG8Y&t=276s

Traduzione dall’inglese di Enrica Marchi. Revisione di Daniela Bezzi.