Il presidente prestigiatore che incantava il pubblico con i suoi trucchi di magia ha perso il suo splendore. Le carte si mescolarono tra le sue mani e dal cappello della dissoluzione uscì non l’atteso coniglio, ma il Nuovo Fronte Popolare. Questo è il punto centrale di questo rimbalzo simbolico della dissoluzione.

Le rivoluzioni sono colpi di fulmine sulla scala dei popoli che potremo sempre accusare in seguito di essere illusorie, ma che trasformano profondamente le nostre percezioni.

In poche parole le forze di sinistra hanno ripristinato una concezione della politica intesa non come una serie televisiva, ma come un momento di intenso dibattito. Perché, lo avevamo dimenticato, non esiste altra forma di democrazia che la riunione spontanea di cittadini arrabbiati.

Fu lui a dare vita al primo forum. È lui che inaugura la grande disputa cittadina che ha fondato la democrazia.

La campagna che sta iniziando può creare un fenomeno di risonanza, una cassa di risonanza estesa all’intero Paese.

La storia dei popoli, come la vita amorosa dei singoli, conosce alti e bassi. Ci sono periodi di bassa tensione in cui la vita diventa oscura. E poi, ci sono questi momenti ad alta tensione che i cinici descrivono come irrazionali e che Deleuze ha descritto come “divenire rivoluzionari”, momenti che liberano campi di possibilità….

Dopo anni di atmosfera mortale, questa campagna improvvisata assume l’aria di una liberazione di un carnevale.

Inversione di alto e basso. Bonus per l’impertinenza popolare. Licenziamento dei traditori della commedia.

Non è più la tirannia dei giullari a condurre le danze, ma il gioioso carnevale di un popolo in delirio. Volevamo una biforcazione, è un’inversione.

Ecco come va lo stato d’animo delle persone.

Le rivoluzioni sono colpi di fulmine sulla scala popolare che possiamo sempre accusare in seguito di essere illusorie, ma che trasformano profondamente le nostre percezioni.

Quando l’amante si ritrova improvvisamente ad acquistare un mazzo di fiori per la sua amata, i francesi periodicamente si recano dal fioraio. All’improvviso è di umore primaverile. Scende in piazza, invade le piazze. Ecco di nuovo il cittadino scomparso dalle campagne elettorali sottoposto alla stupidità narrativa dei comunicatori, quelli che ci fanno scegliere un candidato come un marchio, in un movimento di simpatia sbagliata. Il cittadino esulta.

La campagna prende slancio, operando un triplice spostamento del dibattito pubblico: dalla scena del sovrano e dei suoi rivali alla scena del foro, della pubblica piazza. In secondo luogo, pone all’ordine del giorno il cambiamento sociale, ma anche un cambiamento nella percezione. In terzo luogo, rende contagioso un certo stato d’animo quello del Fronte Popolare che resiste dopo tanti anni come momento chiave nell’immaginario collettivo.

È nell’emergere di un nuovo linguaggio che identifichiamo un cambiamento sociale. Il diritto di nominare diversamente le cose, di abbattere muri retorici, di arricchire il linguaggio comune. Fare acclamare le parole di « partage » (condivisione) , di «solidarité» da assemblecitoyennes (di cittadinanza, delle assemblee e non delle folle imbecilli che acclamano un leader, è questo che imbastisce il nuovo Front Populaire, operare un rovesciamento sintattico, una decodificazione del discorso.

Rieccolo il popolo assente, «il popolo che manca», diceva Gilles Deleuze, un popolo che si era allontanato dalla sinistra … E’ una forma d’alchimia che fa sì che un insieme di cause razionali e irrazionali trovano in un  dato momento una espressione politica adeguata, cioè una sintassi e una narrazione nelle quali una maggioranza si riconosce

E’ questa la politica. E noi non abbiamo altre ragioni di amarla.
estratto da “La dissolution ou l’effondrement des simulacres” di Christian Salmon [aoc.media]
traduzione Turi Palidda