Agnese Tombesi, insegnante di scuola primaria, collaboratrice del Polo Europeo della Conoscenza – I.C. Bosco Chiesanuova, ha coordinato la realizzazione delle attività rivolte alle scuole italiane all’interno di SPEM, Movimento di scuole senza plastica – Schools Plastic freE Movement – progetto europeo di supporto alla riforma politica educativa finanziato dal programma Erasmus+ (https://schoolplasticfreemovement.org/ e qui un nostro articolo dedicato), coordinato dal Polo Europeo della Conoscenza I.C. Bosco Chiesanuova  (rete di nazionale di istituzioni educative, ente pubblico non profit per la ricerca e l’innovazione pedagogica).

Che cos’è l’Alta Marea Verde? Quante scuole e Istituti sono coinvolti?

Alta Marea Verde è il nome che il movimento di scuole senza plastica ha preso in Italia. In ciascun paese coinvolto nel progetto SPEM, è stato scelto un nome identificativo per riunire le scuole a livello nazionale. All’interno di Alta Marea Verde si sono creati diversi team composti dai giovani studenti tra i 5 e i 13 anni, impegnati nelle attività di ricerca di alternative alla plastica o nella promozione della consapevolezza ambientale. 

Il nucleo iniziale di Alta Marea Verde era composto da una sessantina di classi, tra scuola primaria e secondaria di primo grado. Il movimento, nel corso dei 3 anni del progetto, si è via via ampliato, raggiungendo sempre più studenti. Ogni attività sviluppata è stata raccontata sul sito del progetto che ha raggiunto diverse migliaia di visualizzazioni, a testimonianza dell’interesse di insegnanti e bambini nel partecipare a uno scambio di buone pratiche volte alla tutela ambientale.

 

Quali sono state le attività pratiche svolte a scuola?

L’obiettivo di Alta Marea Verde è attivare l’interesse e l’entusiasmo dei bambini e ragazzi per attività di stampo scientifico mirate principalmente a proteggere l’ambiente, in tutte le sue straordinarie manifestazioni: animali, vegetali, acqua, terra, aria. Come fare per avere cura di questi elementi essenziali all’uomo e a tutti gli altri esseri viventi? Come si diventa consumatori consapevoli?

Gli studenti hanno risposto a queste e tantissime altre domande attraverso attività pratiche come ad esempio: Madre terra, dove hanno scoperto che cos’è un orto in serra e creato un vaso completamente biodegradabile contenente una piantina da curare; Plastica? No, grazie! che porta i bambini a rendersi conto di come la plastica sia dappertutto e imparare quindi a costruire piccoli oggetti con qualcosa che sembra plastica, ma non lo è; Viviamo green! che insegna a leggere e interpretare le etichette dei prodotti spronando i ragazzi a inventare nuove informazioni da inserire per un consumo consapevole (come la classe energetica dei prodotti; per fare un determinato prodotto quanta energia è stata consumata? E quanta acqua ha richiesto?); Una Goccia… tante Gocce!!… un Mare!!! alla scoperta di tutte le informazioni che riguardano l’acqua rispondendo a interrogativi come ‘Esiste qualche essere vivente sulla terra che non sia legato minimamente all’acqua per la propria sopravvivenza?’, ‘Che fine fa l’acqua che esce dal lavandino, dalla lavatrice, dalla doccia e dal WC?’ per arrivare a scoprire il lungo viaggio di una goccia d’acqua dalle nuvole alle falde acquifere, dagli animali alla frutta e verdura per arrivare, infine, nel nostro corpo.

Insieme a me hanno collaborato allo sviluppo di iniziative,  laboratori e corsi diversi professionisti del Polo Europeo della Conoscenza, tra cui Maria Pia Girolami, insegnante presso il CPIA, esperta in inglese e arte, ha guidato gli alunni a diventare i nuovi scienziati che salveranno il pianeta; Caroline Mereu,  giovane laureata in Scienze psicologiche per la formazione, creativa e dinamica, ha sviluppato attività interattive e divertenti per i bambini; Daniela Montresor ha gestito le attività di Alta Marea Verde direttamente nelle scuole coinvolgendo i bambini in attività manuali green; Gennaro Pasquariello, video-giornalista sta realizzando un notiziario scientifico in cui verranno raccontate tutte le esperienze fatte dai bambini e dai ragazzi; Anna Pasetto, tra i fondatori di Legambiente Giovani Verona, guida ed educatrice ambientale, ha portato nelle scuole laboratori sulle api per far conoscere ai ragazzi questo straordinario animale, le sue abitudini e il suo fondamentale ruolo nell’ecosistema.

Il Polo Europeo della Conoscenza non si è limitato alle azioni nelle scuole, ma ha organizzato anche diversi momenti di formazione per gli insegnanti e le persone interessate. Ad esempio abbiamo avuto l’onore di ospitare Vandana Shiva, attivista politica e ambientalista, la teorica più nota dell’ecologia sociale, con le sue straordinarie Lezioni sulle Fake News sull’ambiente e  promosso corsi di inglese per studenti focalizzati sulla terminologia scientifico/ambientale nelle scuole secondarie di primo grado grazie alla preziosa collaborazione dell’insegnante madrelingua Gordon Kennedy, che ha curato anche due edizioni per adulti. Infine, ha contribuito a dare voce ai bambini e alla loro creatività l’editore Emanuele Delmiglio che, grazie a tecniche di scrittura creativa, ha coinvolto decine e decine di bambini nella scrittura di storie tutte dedicate all’ambiente, raccolte, poi, in un piccolo libro disponibile nelle biblioteche civiche.

In questo momento difficile per la Scuola Italiana l’azione del Polo della Conoscenza mira alla creazione di un nuovo paradigma pedagogico: quanto del background della pedagogia attiva possiamo rilanciare e quali sono gli elementi nuovi da aggiungere?

Gli insegnanti hanno grandi e delicate responsabilità che sono quelle di sostenere lo sviluppo individuale rispettando ogni dimensione della persona, favorire il pensiero critico e contribuire alla costruzione del bene comune insieme ai loro alunni. Gli obiettivi principali del modello educativo SPEM implicano il cambiamento dell’ambiente scolastico, dell’atteggiamento generale, del clima relazionale nella classe, della prospettiva ecologica dei bambini. Tutti questi obiettivi non possono essere raggiunti con la semplice applicazione di tecniche, ma è necessario un modo diverso di affrontare il processo di insegnamento-apprendimento. I bambini devono essere protagonisti della ricerca e della scoperta, devono sentirsi ascoltati e capaci di scoprire cose nuove. 

Il modello pedagogico del progetto SPEM promuove quindi la partecipazione attiva degli studenti nel loro processo di apprendimento con gli insegnanti, chiamati a integrare le metodologie di insegnamento presentate dal modello inclusivo SPEM con il loro comportamento quotidiano, che diventano facilitatori di questo processo composto di prove ed errori e di libertà di studio ed analisi. Gli studenti sono invitati ad affrontare i problemi complessi del mondo reale e cercano di risolverli con le informazioni che già possiedono o sviluppando nuove conoscenze in autonomia o con l’aiuto dell’insegnante. Attraverso questo processo essi identificano ciò che devono imparare per comprendere meglio il problema e come risolverlo. 

Il modello di SPEM è fortemente orientato all’inclusione. Ogni modello pedagogico, in particolare quelli che promuovono l’inclusione, richiede flessibilità nella sua applicazione: gli insegnanti devono essere pronti a modellare le lezioni in base alle esigenze dei loro studenti e a modificare i loro piani anche in base alle situazioni quotidiane o agli sviluppi imprevisti delle condizioni. Un’educazione inclusiva implica reali opportunità di apprendimento per i gruppi tradizionalmente esclusi: non solo i bambini con disabilità, ma anche quelli che parlano lingue minoritarie e i bambini con difficoltà educative, psicologiche e sociali. I sistemi inclusivi valorizzano i contributi unici che studenti di ogni provenienza portano in classe e permettono a gruppi diversi di crescere fianco a fianco, a beneficio di tutti. In SPEM l’inclusione è promossa attraverso l’apprendimento cooperativo e il lavoro in piccoli gruppi. Gli studenti lavorano insieme in modo tale che il successo di ciascun membro del gruppo dipenda dal successo del gruppo stesso e che tutti diano il proprio contributo.

Uno degli aspetti più importanti del modello pedagogico è quello di promuovere un vero e proprio cambiamento comportamentale degli alunni coinvolti, grazie allo sviluppo della consapevolezza e della comprensione delle conseguenze delle azioni sull’ambiente. Il modello SPEM, quindi, non si limita ad aumentare le conoscenze degli studenti, ma li motiva ad un cambiamento sostenibile; la Carta dei Diritti dell’Ambiente, realizzata grazie al lavoro condiviso dei bambini di 40 paesi del mondo e sostenuta ed elogiata da esponenti della cultura ambientalista universale come sua Santità il Dalai Lama e Vandana Shiva, ne è una splendida testimonianza.

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Polo Europeo della Conoscenza – I.C. Bosco Chiesanuova

Polo Europeo della Conoscenza – I.C. Bosco Chiesanuova, il Network Nazionale di Istituzioni Educative per la Ricerca Pedagogica e l’Innovazione in Europa nato nel 1998, è una Rete di scuole permanente: un ente pubblico senza scopo di lucro amministrato dall’Istituto Comprensivo Bosco Chiesanuova di Verona che a livello nazionale include diverse centinaia di Istituzioni ed organizzazioni educative di ogni ordine e grado.

Le principali attività della Rete Europole sono quelle di promuovere la dimensione Europea dell’educazione, l’integrazione e la cooperazione attraverso progetti e network europei ed extra-europei, workshop, seminari, conferenze, partenariati.

Europole include e coordina 5 network europei co-finanziati dalla Commissione Europea nelle varie azioni del programma Erasmus+, coordina un team nazionale di insegnanti per la robotica contro il bullismo, organizza oltre 70 corsi di formazione gratuiti all’anno per insegnanti, studenti, genitori e diverse conferenze sui temi legati al mondo della scuola. Dalla sua istituzione, nel 1998, ha coordinato oltre 200 progetti europei.