Dopo un dibattito durato dieci ore, la sera di mercoledì 2 dicembre la Camera dei Comuni britannica ha approvato la proposta del governo conservatore guidato da David Cameron di estendere i bombardamenti contro l’Isis in Siria: 397 parlamentari hanno votato a favore, 223 contro. 66 deputati laburisti, tra cui più di un terzo dei componenti del governo ombra, a cominciare da Hilary Benn, responsabile degli esteri, si sono schierati contro il loro leader Jeremy Corbyn, che aveva chiesto un voto contrario ai bombardamenti e hanno appoggiato il governo. Tra i conservatori, solo sette hanno votato contro.
Il voto sulla Siria ha evidenziato ancora una volta la clamorosa spaccatura all’interno del gruppo parlamentare e dello stesso governo ombra laburista e la sua distanza dalla base del partito, che in settembre aveva portato Corbyn alla vittoria nelle elezioni interne con il 59,5% dei voti.
Già un’ora dopo il voto aerei inglesi si sono levati in volo dalla base della Raf ad Akrotiri, a Cipro, per cominciare i bombardamenti.
Prima del voto, Cameron aveva definito Corbyn un simpatizzante dei terroristi per le sue posizioni contrarie ai bombardamenti e in seguito si è rifiutato di scusarsi.
Gli attivisti di Stop the War Coalition hanno organizzato presidi in vista del voto per sollecitare i membri della Camera dei Comuni a opporsi ai bombardamenti. L’esito del voto non li ha fermati: nei prossimi giorni sono previste proteste in tutto il paese, che culmineranno in una manifestazione nazionale sabato 12 dicembre a Londra.