Abusi contro i Masai: la Commissione Europea cancella i finanziamenti previsti per la conservazione in Tanzania
10 giugno 2024
In una mossa senza precedenti, la Commissione Europea ha cancellato i finanziamenti previsti per progetti di conservazione in Tanzania.
La decisione giunge a seguito di una serie di violenti sfratti del popolo Masai dalle sue terre, compiuti per far spazio al turismo della conservazione e alla caccia ai trofei.
La Commissione aveva stanziato 18 milioni di euro per progetti di conservazione in Kenya e Tanzania nell’ambito del suo controverso progetto “NaturAfrica”, ma ora i finanziamenti saranno destinati al solo Kenya. Ai fini dell’erogazione dei fondi sono inoltre state aggiunte nuove condizioni concernenti il rispetto dei diritti umani dei popoli indigeni e delle popolazioni locali.
Le autorità della Tanzania stanno brutalmente sfrattando decine di migliaia di Masai nonostante ripetute sentenze giudiziarie abbiano definito tali sfratti “illegali”. Grandi organizzazioni della conservazione come la Frankfurt Zoological Society (FZS) e il WWF, che vantano una lunga storia di collaborazione con il governo della Tanzania nel campo della “conservazione”, non hanno condannato gli sfratti – alcuni dei quali serviranno alla creazione di nuove aree di caccia ai trofei per la famiglia reale di Dubai.
“La Maasai International Solidarity Alliance (MISA), Survival International e molti altri hanno denunciato alla Commissione Europea il progetto e il finanziamento previsto per la Tanzania e, grazie alle pressioni, finalmente ci hanno ascoltati” ha dichiarato oggi Caroline Pearce, Direttrice Generale di Survival International.
“L’intero modello di conservazione in atto nell’Africa orientale si basa sul furto brutale delle terre indigene per la creazione di Aree Protette come parchi nazionali e zone di caccia ai trofei – e WWF e FZS ne sono complici. Dai safari turistici all’ultima truffa – quella dei progetti di Carbonio insanguinato – sono tutti tentativi messi in atto da ricchi esterni per lucrare sulle terre dei popoli indigeni e degli abitanti locali.”