Ad Altradimora, nel tempo successivo la tre giorni per celebrare i 30 anni della rivista femminista Marea c’è silenzio e quiete, una quiete interrotta a tratti dai rumori della natura: il vento, i richiami di alcuni animali domestici e di quelli selvatici, il ronzio delle api che cercano inutilmente dove costruire l’alveare. Il tempo vuoto dopo tre giornate intense, vorticose e ricche.

Ogni fine genera un inizio così come ogni distacco ed ora, dopo questo giro di boa temporale rotondo, trent’anni appunto, è il tempo di sedimentare ciò che è successo, mettere in odine il passato, rassettare e fare ordine, costruire documentazione, restituire il più possibile, immaginare e progettare il futuro.

Come ho detto aprendo il lungo incontro, dal 10 al 12 maggio 2024 con antiche redattrici e nuove compagne e compagni di strada quell’ormai antico gesto di creare, nel 1994, una rivista femminista, è stato senza dubbio un atto di coraggio, ma anche un gesto di superbia.

Cosa ci dava la certezza di poter aggiungere, con il nostro racconto, qualcosa di più, di originale e diverso alla già ricchissima e variegata narrazione che nei decenni precedenti altre e autorevoli riviste di donne in Italia avevano costruito e offerto al pubblico?

Di sicuro un forte spunto, per me allora 34 enne, a pensare che ci potesse essere spazio per una voce nuova lo offrì lo straordinario incontro al Lago di Garda organizzato da Ermenegilda Uccelli Gravone, al quale presero parte quasi tutte le riviste femministe italiane di allora. Tornata a Genova, dove vivevo, fu naturale per me chiamare alcune donne che conoscevo e dare vita a al progetto di Marea.

Non ha senso qui enumerare tutti i cambiamenti che, dentro e fuori, la rivista ha attraversato in questi 30 anni, ma è utile rammentare tre caratteristiche peculiari che Marea ha mantenuto, e che l’hanno distinta dalle altre riviste femministe.

Per prima la scelta di focalizzare ogni numero su una parola chiave (raramente una frase) e cercare di dipanare i vari aspetti della locuzione scelta attraverso la lente del pensiero femminista; per seconda la curiosità verso il mondo maschile in cammino, che si è materializzata con la rubrica Delfino-uomini rari si raccontano, che ha ospitato interventi e riflessioni maschili sulle luci e le ombre nella relazione con il pensiero femminista e con le femministe; per terza la scelta di stare dentro gli eventi politici legati a grandi temi di dibattito femminista e non solo, come la mutazione antropologica collegata alla globalizzazione e alla svolta tecnologica e la sfida della laicità per contrastare il fondamentalismo religioso, argomento al quale abbiamo dedicato nei decenni due numeri, così come per il tema dell’ecofemminismo.

Proprio per questa vocazione a essere anche costruttrici di eventi Marea si è fatta portavoce e organizzatrice del primo grande incontro di critica al multiculturalismo nel 2006, con il convegno La libertà delle donne è civiltà (tutti gli interventi sono raccolti in un numero speciale della rivista e rintracciabili su Arcoiris Tv) e nel 2001 è stata uno dei soggetti all’interno del Genova Social Forum che ha organizzato l’incontro femminista Punto G- Genova, genere, globalizzazione di giugno, un mese prima delle manifestazioni contro il raduno farsa dei G8, per mettere a fuoco la critica e le proposte delle donne nel mondo che stava cambiando. Resta un documento unico Giugno-Luglio 2001. Le donne il video realizzato con immagini inedite di quanto di vitale e propositivo accadde a Genova prima dell’uccisione di Carlo Giuliani e la mattanza della Diaz, insieme al numero speciale della rivista con i due cd audio e video del decennale di Punto G.

Nelle tre giornate ad Altradimora si sono susseguiti molti interventi, dibattiti, scambi tra donne (e qualche uomo) di tutte le età, e poi le emozionanti letture dalle pagine della rivista: come sempre, per me, l’eco delle parole scritte e pubblicate che diventano suono e voce è il premio più grande, la ricompensa della fatica e dell’azzardo di continuare in questa impresa. A chiusura del mio discorso di inaugurazione, sabato mattina, ho citato alcuni nomi di donne: quelle che hanno attraversato la storia di Marea, in vario modo, regalando articoli o immagini, e che sono morte, lasciando una traccia tangibile nella nostra rivista. I loro nomi sono Sandra Verda, Elettra Deiana, Tilde Capomazza, Lidia Menapace, e mia mamma.

Parlare e ricordare chi non c’è più, ma ha segnato il nostro cammino, è per me un modo di rammentare che siamo presente e realtà anche grazie ad un passato incarnato nei corpi e nei lasciti intellettuali delle donne che ci hanno nutrite e ispirate anche come rivista.

Buon compleanno Marea, e grazie a tutte e a tutti per aver fatto festa e condiviso emozioni e voglia di futuro.

Le registrazioni degli interventi, delle letture, del teatro, della musica e dei momenti di relax sono nel sito www.mareaonline.it ; le immagini nelle pagine Facebook di Altradimora e di Marea.