Stresa è un’altra occasione mancata.

Come società civile avevamo chiesto un vertice ministeriale delle responsabilità condivise e con azioni concrete e ambiziose rispetto all’attuale policrisi, per le fasce più deboli della popolazione e per i Paesi a medio e basso reddito.

Vediamo un riconoscimento di ciò che esiste e un ottimismo eccessivo, un elenco di processi tecnici limitati in corso e nessun impegno aggiuntivo che si adatti alle sfide attuali. Anzi: sorprende come, rispetto alle questioni più urgenti, come la recrudescenza del debito, si assista ad un costante rinvio ai processi in corso nel formato G20, quando il Quadro Comune ha dimostrato il suo fallimento, senza alcun tentativo di esercitare la necessaria responsabilità in quanto Paesi storicamente industrializzati, e garantire l’accesso a finanziamenti agevolati a beneficio dei Paesi più vulnerabili. Lo status quo e il business as usual continuano a alimentare la spirale del debito.

La riforma delle Banche multilaterali di sviluppo (MDB) è cruciale, ma deve includere la loro governance e l’aumento della loro capacità di prestito a condizioni agevolate. Il ruolo che le MDB hanno in iniziative come lo swap del debito richiede di minimizzare il rischio per i Paesi mutuatari e di non dare priorità al de-risking solo per i privati. Le MDB devono aumentare l’efficacia dello sviluppo dei progetti, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze, di tutelare l’ambiente e i diritti sociali. Va sostenuta una valutazione esterna e indipendente delle politiche delle MDB e dell’impatto dei programmi sullo sviluppo sostenibile.

Apprezziamo l’impegno del G7 a “continuare a lavorare in modo costruttivo con la presidenza brasiliana del G20 per promuovere la cooperazione fiscale internazionale” e “ad aumentare i nostri sforzi volti a una tassazione progressiva ed equa delle persone fisiche”.

Non è sufficiente, tuttavia, come dichiarato dal Ministro Giorgetti nella conferenza stampa finale, prendere atto che ci sono resistenze da parte di “alcuni Paesi” all’introduzione di meccanismi di riallocazione di diritti fiscali sui profitti delle multinazionali più grandi e redditizie. Bisogna affrontare con maggiore determinazione i problemi di equità che manifesta il I pilastro dell’accordo Ocse G20 del 2021. Servono risorse importanti per finanziare in modo credibile le politiche pubbliche per avvicinarci agli Obiettivi di sviluppo sostenibile di cui i G7 sono stati, inizialmente, tra i principali sostenitori.

Sottolineiamo l’importanza di garantire la trasparenza, in particolare sulla proprietà effettiva, lo scambio automatico globale di informazioni (che avvantaggia tutti i Paesi) e di istituire registri nazionali dei beni e dei patrimoni fino a quando non convergono tutti in un registro globale patrimoniale, in modo che ci siano informazioni sulla proprietà dei beni che consentano l’applicazione delle tasse sulla ricchezza (perché le tasse sulla ricchezza non possano essere evase o evitate).

Sul Clima, ad esempio, ci sembra davvero minimalista la scelta di salutare con favore il Finance Track Menu of Policy Options for a Just Transition towards Net Zero, sviluppato dal Finance track. Quali sono, all’interno del menu, le scelte strategiche prioritarie comuni del G7 da proporre e promuovere con i Paesi partner?

Rispetto al commercio, che le filiere internazionali siano più fragili che in passato non è una condizione data, ma il risultato di una governance internazionale della globalizzazione che ha fallito il suo obiettivo di utilizzare gli scambi come strumento di rafforzamento delle relazioni e dei legami tra Paesi. Relazioni che sono state fondate su una deregulation e su una competizione crescenti. Non è possibile attendere gli eventi in uno scenario geopolitico che rimane sostanzialmente instabile.  Raccomandiamo che il G7 introduca una legislazione sulla due diligence ambientale e sui diritti umani lungo le filiere e i flussi finanziari, rivolta al settore aziendale, finanziario e pubblico, che includa meccanismi forti per garantire l’accesso alla giustizia per le vittime, la riparazione e il coinvolgimento sicuro e significativo delle parti interessate.

Abbiamo bisogno di un cambio di paradigma e ne abbiamo bisogno ora!

Comunicato Stampa del Civil7