You’ve got the rest of the Union
To help you along
What’s going wrong?
(Neil Young, Alabama, 1972)
“Cosa sta andando storto?”. Come già nell’aprile del 2021 nello stabilimento Amazon della cittadina di Bessemer, l’Alabama si dimostra terra antisindacale: il voto per l’ingresso del sindacato United Auto Workers (UAW) nei due stabilimenti della Mercedes-Benz di Vance ha dato un risultato negativo. Ha votato oltre il 90% dei 5.075 lavoratori e la maggioranza (con 2.642 “no” contro 2.045 “sì”) lo ha fatto per continuare a essere rappresentati dall’azienda.
La corsa a ostacoli, retaggio della normativa del New Deal rooseveltiano, gestita dall’agenzia federale National Labor Relations Board (NLRB), ha nuovamente fiaccato le speranze di poter lavorare a ritmi e salari migliori. A Vance non sì è ripetuta la vittoria di venerdì 19 aprile nello stabilimento Volkswagen di Chattanooga, nel Tennessee, i cui 4.330 operai sono diventati i primi lavoratori automobilistici del Sud degli USA, che non siano dipendenti di una delle tre grandi case automobilistiche di marchi statunitensi, a votare per il sindacato UAW in azienda.
Dopo il rinnovo del contratto delle Tre Grandi dell’auto statunitensi dell’autunno scorso, UAW ha lanciato una campagna per sindacalizzare le 13 case automobilistiche del Sud degli USA, investendoci 40 milioni di dollari fino al 2026.
Questa volta però il bastione antisindacale che caratterizza gli Stati che facevano parte della Confederazione Sudista non ha ceduto. E questo malgrado il rapporto del 2023 The State of Working Alabama abbia evidenziato che dal 2002 al 2019 i salari reali negli stabilimenti auto siano diminuiti in quello Stato dell’11%. Gli operai guadagnano meno dei lavoratori degli altri Stati ed esistono notevoli disparità di retribuzione per i lavoratori neri o latini e per le donne, mentre il salario minimo dell’Alabama è ancora di 7,25 dollari l’ora.
Le istituzione politiche ed economiche dell’Alabama hanno difeso a spada tratta i salari da fame e i ritmi alti delle fabbriche, attirate sul posto con generosi incentivi a scapito delle risorse dello Stato. La governatrice Kay Ivey ha annunciato nei giorni sorsi di aver firmato una legge che porta, a partire dal prossimo anno, alla revoca di tali incentivi alle aziende che riconoscono volontariamente il sindacato. “L’Alabama non è il Michigan”, ha detto Ivey in un comizio presso la Camera di commercio a Huntsville. “Huntsville… Tuscaloosa… non sono Detroit. Vogliamo garantire che i valori dell’Alabama, e non quelli di Detroit, continuino a definire il futuro di questo grande Stato”.
Shawn Fain, il presidente di UAW, ha così risposto ai sei governatori del Sud degli USA che avevano diffuso un proclama antisindacale che attaccava UAW accusandolo di mentire ai lavoratori: “Sono bugiardi. Le persone che stanno fuorviando sono loro. Stanno dimostrando di essere solo burattini delle multinazionali. Non gliene frega niente della classe lavoratrice. A loro non importa che i lavoratori vengano lasciati indietro, anche se sono i lavoratori a eleggerli”.
Lo speaker repubblicano della Camera dei Rappresentanti dell’Alabama, Nathaniel Ledbetter, ha definito l’UAW “una pericolosa sanguisuga”.
La direzione di fabbrica ha espresso ovviamente soddisfazione per la vittoria e, forse per affrontare il consueto alto turnover tipico delle aziende non sindacalizzate, ha dichiarato: “Non vediamo l’ora di continuare a lavorare direttamente con i nostri membri del team per garantire che Mercedes-Benz degli USA sia non solo il loro datore di lavoro preferito, ma anche un posto che raccomanderebbero ad amici e familiari”.
Pare sia stato efficace per la Mercedes-Benz, come spesso i consulenti suggeriscono alle aziende, il licenziamento del direttore di quelle due fabbriche dell’Alabama (che producono SUV a gas ed elettrici), e l’avvicendamento con uno nuovo nei giorni precedenti le elezioni, onde lanciare un segnale di “cambiamento”.
Se non verranno presentate obiezioni da una delle parti entro cinque giorni, il risultato elettorale sarà certificato e il sindacato dovrà attendere un anno per presentare un’eventuale domanda per un nuova elezione nella stessa unità contrattuale. Il NLRB comunque continuerà a esaminare le denunce di UAW per “pratiche di lavoro sleali” contro alcune case automobilistiche. Sei di queste riguardano la Mercedes-Benz che, come ha reso noto l’Agenzia federale, è accusata di aver multato dipendenti per aver discusso di sindacalizzazione sul lavoro, proibito la distribuzione di materiali e accessori sindacali, sorvegliato i dipendenti, licenziato sostenitori sindacali, costretto gli operai a partecipare a riunioni per illustrare la propria posizione, in cui dichiarava che l’attività sindacale è inutile.
Dopo i due marchi tedeschi, potrebbe essere ora il turno della coreana Hyundai, sempre in Alabama; nel suo stabilimento di Montgomery la campagna di organizzazione sindacale ha già superato il 30% di adesioni, sufficiente per chiedere le elezioni in fabbrica, ma notoriamente insufficiente a garantire nel voto segreto e di fronte alle pressioni aziendali il 50% di “sì” al sindacato, necessario secondo la legge.
Fonti principali:
L.F. Leon, In Relay Race to Organize the South, Volkswagen Workers Pass the Baton to Mercedes Workers, Labor Notes, 30.4
C. Harrison, Workers fight for their union at Mercedes-Benz in Alabama, People’s World, 13.5
J. Sharp, ‘Alabama is not Michigan’: Ivey signs union bill as Mercedes workers vote on joining UAW, Alabama.com, 15.5
M. Wayland, Mercedes-Benz workers in Alabama vote against UAW union membership, CNBC, 17.5