Evo Morales è stato rieletto Presidente della Bolivia con il vantaggio più ampio mai verificatosi nella storia del paese.
Dallo scrutinio di alcune centinaia di sezioni campione, risulta che il dirigente aymara avrebbe ottenuto il 63% dei suffragi, il candidato di destra Manfred Reyes avrebbe ottenuto il 26% e il centrista Doria Medina il 7%.
Secondo le proiezioni, Morales avrebbe ottenuto 25 dei 36 seggi al Senato; avendo i due terzi dei senatori, potrà portare avanti le riforme alla Costituzione, come il mandato popolare gli richiede. Infatti, l’elezione del presidente può essere considerata un plebiscito.
La debilitata opposizione è stata dissolta da una valanga di voti e praticamente non c’è stata competizione. Inoltre per la prima volta, i boliviani che vivono all’estero hanno potuto partecipare all’elezione del Capo dello Stato del loro paese.
Evo Morales rivolgerà un messaggio alla nazione dopo che saranno resi noti i risultati preliminari delle elezioni generali. In un incontro con la stampa nazionale e straniera, Morales ha specificato che prima di questo discorso si riunirà con il consiglio dei ministri per valutare la giornata di votazione; in quell’occasione il Presidente eleggerà i 166 membri dell’Assemblea Legislativa Plurinazionale (nome che il Congresso adotterà nel 2010), puntando ad avere i due terzi dei seggi nella Camera Alta.
Questa quota di maggioranza, ha dichiarato, è decisiva per poter attuare le leggi e le polítiche sociali previste nella nuova Costituzione Politica dello Stato, promulgata nello scorso febbraio.
Ha anche auspicato che questa consultazione elettorale segni un nuovo record nazionale e internazionale di partecipazione, con il 90% di affluenza alle urne.
Ha sottolineato che *”La Bolivia è cambiata grazie alla vocazione e alla coscienza democratica del popolo che dal 2006 si è appropriato del processo di trasformazione per migliorare il paese e superare le condizioni di povertà nelle quali era caduto durante i governi neoliberali”*.
Tradotto dallo spagnolo da Valerio Marinai