Mille e più manifestanti tra cui moltissimi giovani hanno attraversato Lecco il 18 maggio con slogan contro la Fiocchi, le fabbriche di armi, le banche armate e per protestare contro il genocidio del popolo palestinese. Accanto al collettivo dell’Assemblea permanente contro le guerre sono sfilati il coordinamento Stop al genocidio, delegazioni venute da Milano, Bergamo, Genova e Torino.

Un corteo partecipato è sfilato per più di 2 ore per le strade di Lecco blindata da uno schieramento spropositato di poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto da combattimento. Hanno mobilitato persino un elicottero. Si sono svolti interventi sulle fabbriche di armi a Lecco, mobilitazione degli studenti contro gli accordi tra università e Israele, sia in Piazza Garibaldi dove è partito il corteo sia durante lo stesso in particolare nei pressi dell’università e dell’Istituto scolastico Fiocchi. Non si sono verificati incidenti di nessun tipo.

Il corteo si è concluso a poche decine di metri dalla fabbrica Fiocchi presidiato da molte autoblindo dove si è chiuso dandosi appuntamento per una riunione organizzativa giovedì 23 maggio alle 20.30 al circolo Arci Spazio Condiviso di Calolziocorte [Corrado Conti per ecoinformazioni]

L’assemblea permanente contro le guerre Lecco (autointervista)

1) Come nasce l’assemblea permanente contro le guerre nel territorio di Lecco?
L’assemblea permanente contro le guerre è nata nel Lecchese nel tardo autunno 2023, sull’onda della solidarietà al popolo Palestinese in seguito al 7 ottobre. E’ un’assemblea piuttosto variegata, che nasce dall’incontro tra persone con percorsi politici piuttosto diversi alle spalle: ci sono persone che vengono dai collettivi studenteschi, dall’Arci, dall’esperienza dei Fridays for Future, così come individualità anarchiche e comuniste. Un punto interessante, a mio parere, è che parte di questa rete di conoscenze si è consolidata durante le lotte del 2023 in solidarietà ad Alfredo Cospito e contro il 41 bis.
Sostanzialmente, di fronte all’ennesimo massacro, è sorta la necessità da parte di più persone di costruire uno strumento, che potesse essere stabile nel tempo e quindi superare l’emergenzialità della guerra a Gaza per allargare lo sguardo a tutte le guerre in corso. A questo proposito, ci si propone di essere un granello di sabbia nell’ingranaggio della guerra, cercando di agire concretamente sul territorio del Lecchese tramite presenza in piazza, attività di informazione e propaganda: la guerra sembra lontana ma le radici che la sostengono sono anche sul nostro territorio, quindi agire nel locale può essere un primo passo per provare a fermarla.

2) Cosa è la Fiocchi?
La Fiocchi occupa senz’ombra di dubbio la parte più importante della produzione militare lecchese. La troviamo infatti al 14° posto delle aziende che dall’Italia esportano più armi e munizioni militari, con ben 55.803.074 di euro di materiali militari venduti a mezzo mondo, da Taiwan al Kosovo, dal Rwanda all’Estonia passando per molti altri. La Fiocchi munizioni ha un fatturato di oltre duecento milioni di euro, di cui ben il 70% nel settore industria e difesa (da bilancio 2022): questo smentisce il racconto che l’azienda cerca di fare di sè, spacciandosi per una realtà che opera solo nei relativamente “accettabili” settori della caccia e dello sport.
Anche se non vende direttamente materiale militare ad Israele (almeno dall’Italia, visto che Fiocchi ha altri stabilimenti in Usa e Uk), negli scorsi anni ha venduto armi “civili”: non si può sapere esattamente quale uso venga fatto di queste munizioni, ma bisogna rilevare che, qualora quelle armi finiscano in mano ai coloni, diventano poi in tutto e per tutto strumenti militari rivolti contro la popolazione palestinese.
Fiocchi ora non è più di proprietà della storica famiglia lecchese, per il 70% il suo capitale è nelle mani della Czechoslovak Group. Questa multinazionale della guerra, con oltre diecimila dipendenti nel mondo, collabora direttamente con industrie aerospaziali israeliane, oltre a produrre droni, carri armati, radar, razzi, cannoni e molto altro.

3) Spesso le guerre vengono considerate come uno degli aspetti naturali dell’uomo, ma sappiano che la guerra è un affare per pochi. Oltre a Fiocchi chi sono i signori della guerra in provincia?
Purtroppo, tra la pletora di piccole-medie industrie, che caratterizzano la provincia di Lecco, si annidano numerose aziende che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la guerra. Nella maggior parte dei casi, queste aziende non amano pubblicizzarsi apertamente come produttori di armamenti: piuttosto, pur non nascondendo del tutto la propria natura bellica, cercano prevalentemente di dare rilevanza alle applicazioni più pacifiche dei propri prodotti e far passare sotto silenzio gli impieghi militari. Tra le principali troviamo Invernizzi Presse (Pescate – produce presse, anche per fabbricare proiettili, esporta materiale militare anche verso Israele), FB Design (Annone – produce motovedette utilizzate nella gestione di flussi migratori), Telespazio (Gera Lario – appartiene a Leonardo e Tales e gestisce comincazioni satellitari anche militari), Simecon e 3M (Lecco – macchinari per produrre munizioni), Elemaster e Tecnint HTE (Lomagna e Osnago – sistemi elettronici tra cui parti di radar e sistemi di sorveglianza/puntamento), Kong ( Monte Marenzo – produce attrezzatura per alpnismo ma ha una linea dedicata specificamente all’ambito militare), Lovers (Olginate – divise militari), DER-GOM (Garbagnate – maschere antigas, ai manganelli, agli accoppiati gomma-metallo per cingolati), Mako Shark (Dolzago – materiali compositi, anche per applcazioni areonautiche e per blindature).

4) Quella contro l’imperialismo è la sfida del nostro tempo. Quali sono le attività in programma dell’Assemblea?
La prima iniziativa in programma, e in questo momento sicuramente la più importante, è il corteo “disarmiamo la Fiocchi” che si terrà Sabato 18 Maggio a Lecco, con partenza in Piazza Garibaldi alle ore 14. Sarà un corteo di protesta ma comunicativo, il cui primo obiettivo è spezzare il silezio che circonda la Fiocchi Munizioni e costringere la città a rendersi conto di avere un’importante industria militare nel proprio territorio. Il fine è far sì che d’ora in poi a Lecco non ci si possa più nascondere dietro il velo della “caccia e sport” e non si possa pù dire di non sapere cosa fa la Fiocchi.
In seguito si continuerà sicuramente ad organizzare presidi e iniziative informative, approfondendo il lavoro di studio sulle aziende locali. Un altro programma è quello di iniziare a concentrarsi anche sull’università e sulle collaborazioni tra ricerca scientifica e mondo militare: in città c’è una sede staccata del Politecnico di Milano, su cui si vuole agire anche per cercare una maggiore collaborazione con gli studenti. [Assemblea permanente contro le guerre nel territorio di Lecco]

L’articolo originale può essere letto qui