“Prometto di sradicare la povertà estrema entro l’anno 2030”: dal villaggio indigeno Quechua di Vila Vila, nel centro della Bolivia, il segretario generale delle Nazioni Unite, il sudcoreano Ban Ki-moon, ha lanciato al mondo questo messaggio.
“Le Nazioni Unite promettono di ottenere l’eguaglianza di genere entro il 2030, includendo i popoli indigeni” ha aggiunto il numero 1 del Palazzo di Vetro, accompagnato dal presidente del paese andino, Evo Morales, che lo ha accolto per partecipare alla II Conferenza mondiale dei popoli sui cambiamenti climatici e la difesa della vita che sarà ospitata fino a questa sera a Cochabamba. Le conclusioni del summit saranno portate alla Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici (Cop 21) che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre, da cui dovrà uscire un nuovo accordo vincolante globale per ridurre le emissioni nocive per sostituire il Protocollo di Kyoto.
Secondo Ban, “per il 2020 avremo raggiunto buona parte di questa eguaglianza: tutti i bambini avreanno accesso a un’istruzione di qualità, ci sarà un maggiore benessere e più salute per tutti. E anche per la Pachamama”, la Madre Terra per i nativi, a cui la Bolivia vorrebbe dedicare anche un Tribunale Internazionale per punire i crimini che la danneggiano.
“Nel 2030, da qui a 15 anni, quando starò pensando ai cambiamenti in atto nel mondo mi ricorderò di Vila Vila e della promessa che ho fatto davanti a voi” ha aggiunto il segretario dell’Onu.
A settembre, in occasione delle commemorazioni per il 70° anniversario, l’Onu ha adottato 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – Sdg) che sostituiscono i precedenti Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals – Mdg), in scadenza, fra alti e bassi, quest’anno.