La quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania ha annullato il decreto di sequestro del Muos di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. I giudici del Riesame hanno accolto la richiesta dell’Avvocatura dello Stato di restituzione dell’impianto al Ministero della Difesa.
In concomitanza con giorno delle elezioni siciliane, è arrivata una notizia inattesa. La quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania ha annullato il decreto di sequestro del MUOS di Niscemi.
È stata dunque accolta la richiesta dell’Avvocatura dello Stato di restituzione dell’impianto al Ministero della Difesa. Solo poche settimane fa, il 6 Ottobre, i comitati NO MUOS insieme a tantissimi cittadini avevano gioito e avevano fatto festa all’annuncio del sequestro preventivo ordinato dalla Procura della Repubblica di Caltagirone per violazioni delle leggi sull’ambiente.
Sembrava fosse l’inizio di un cammino trionfante volto ad indicare simbolicamente la strada di un nuovo cammino per l’isola ma anche per l’intero territorio italiano, la via del tanto atteso cambiamento frutto della cittadinanza attiva e partecipata, quello di un nuovo ciclo da aprire per tracciare pacificamente la lotta contro certi poteri precostituiti.
E invece? Arriva il punto messo a segno dagli USA che, con un approccio della vecchia logica, sembra scontato, ma che, agli occhi di migliaia di cittadini che da anni portano avanti questa battaglia in nome della salute, dell’ambiente e del quieto vivere, semina sconforto e delusione.
Una rivincita della militarizzazione che lascia l’amaro in bocca, ma che probabilmente rinvigorirà le energie e la determinatezza dei cittadini siciliani e del Procuratore di Caltagirone Giordano, l’uomo MUOS, che, prima di procedere con i passi successivi (eventuale ricorso in Cassazione) resta in attesa di prendere conoscenza delle motivazioni legate alla decisione proveniente da Catania.
Parte così ufficialmente un nuovo incontro-scontro su una vicenda che per alcuni versi sembra paradossale e che rappresenta in pieno le assurdità e i paradossi del Belpaese. Parlare di MUOS significa fare rifermento alla salute delle persone, a violazioni dei vincoli paesaggistici, ad abusi, ad interazioni con imprese in odore di mafia, a realizzazioni di opere di guerra e morte. Eppure tutto ciò sembra sfumare nei meandri di carte amministrative e probabilmente nei labirinti dei giochi di poteri esistenti.
Sebbene la partita sembri giocarsi ad armi impari (con chi gioca lo Stato?), il match sembra appena iniziato; in tale scenario non è irrilevante il fatto che il cittadino abbia già assaporato il gusto di essere stato ascoltato e di avere visto, seppure momentaneamente sinora, premiato l’impegno, l’attivismo e la perseveranza trainata dalla fame di giustizia e dalla condivisione di obiettivi collettivi.
Attendiamo dunque e prepariamoci fiduciosi ai nuovi round di questa storia italiana con il make-up statunitense.