Vito Correddu, Presidente del Centro Studi Umanisti “Salvatore Puledda” e membro del Comitato Organizzatore del III Simposio Mondiale “Un nuovo Umanesimo pr una Nuova Civiltà” aprirà la sessione di Attigliano che si svolgerà dal 2 al 4 Novembre prossimi. Gli abbiamo fatto alcune domande sul senso di questa iniziativa.
Vito, ci racconti come nasce l’idea di un Simposio Mondiale??
L’idea di realizzare un Simposio Mondiale nasce nel 2008 con il Primo Simposio che si realizza nel Parco di Studi e Riflessione Punta de Vacas, ai piedi dell’Aconcagua, in Argentina. Quel Simposio fu dedicato ad immaginare un’etica nella conoscenza e si produsse una dichiarazione d’impegno etico che doveva arrivare ai circoli di studio, ai luoghi di ricerca, ai media scolastici e universitari.
Ci parse da subito importante che le idee e le proposte che emergevano nel Simposio dovessero avere uno sguardo ampio, più globale. Il mondo è sempre più interconnesso e sarebbe da miopi e pragmatici quello di avere una visione localistica e parcellizzata.
Ci sembrò anche una buona idea di moltiplicare i punti in cui si organizzava il Simposio e così dal 2010 l’evento diventò multicentrico ma simultaneo.
E come si inserisce una tematica come “Un Nuovo umanesimo per una Nuova Civiltà” in un contesto sociale come quello che stiamo vivendo?
Crediamo che proprio in momento come questo che presenta delle caratteristiche di crisi, quella di pensare ad un Nuovo Umanesimo come fondamento di una Nuova Civiltà, possa essere la sola risposta possibile per immaginare un futuro che superi la condizione di disumanizzazione in cui versa l’Essere Umano. In questo momento sempre più si sente parlare di Umanesimo o di Nuovo Umanesimo ma spesso avvertiamo una certa superficialità e confusione. Ispirandoci al pensiero di Silo, scrittore e fondatore del Movimento Umanista, attraverso questo Simposio vorremmo aprire una discussione intorno all’Umanesimo con la speranza che questa idea si approfondisca sempre più.
I relatori e gli ospiti accademici come sono stati contattati? E come hanno accolto l’invito a partecipare ad un evento di questo genere??
I relatori che daranno il loro contributo di conoscenza a questo simposio arrivano da un’intensa attività di contatto e di studio del loro operato. Alcuni di loro addirittura hanno risposto ai Call for Papers che abbiamo lanciato a professori e ricercatori di molte università italiane.
Abbiamo ricevuto decine di abstract che ci hanno costretto ad una selezione delle migliori proposte.
Il mondo accademico in particolare e il mondo della conoscenza in generale ha risposto positivamente e siamo grati a tutti i relatori per aver accettato di partecipare sottolineando che, contrariamente a quanto accade in altri più blasonati simposi, non riceveranno nessun compenso o rimborso spese.
Che tipo di pubblico vi aspettate sarà presente?
Pensiamo che il pubblico sarà molto eterogeneo. Persone comuni con la voglia di conoscere e sapere, studenti, ricercatori e professori universitari.
Come sono organizzate le giornate? C’è un sito per i dettagli?
Il simposio si svolgerà dal 2 al 4 novembre 2012 e ruoterà intorno a 3 aree tematiche che cercheranno di offrire al partecipante un ampio spettro di argomenti intorno ai quali l’umanesimo si esprime.
Quindi andiamo da interventi come quelli di Alessandro Haag e di Gianluca Frustagli che hanno come tema centrale il concetto di tempo fino ai contributi di Stefano Pischiutta sull’evoluzione dell’Io e del Sé e di Lorenzo Palumbo sulla religiosità nei fenomeni sociali.
Quest’anno per la prima volta il Simposio presenterà una tavola rotonda che sarà dedicata al tema della vendetta. In una società sempre più conflittuale e competitiva la vendetta svolge un ruolo centrale nella modalità di relazione tra gli esseri umani. Ed ecco che con all’interno di una più ampia ricerca sull’atteggiamento nonviolento ci è parso importante e interessante fermarci un momento a riflettere sulle radici della vendetta per cercare di comprendere se sia possibile una società senza vendetta.
Tutti i dettagli sono disponibili su:
Cosa auspicate possa emergere dal confronti di pensatori e studiosi che interverranno con le loro riflessioni e che vi proietti verso un futuro positivo e l’organizzazione di altri eventi come il Simposio?
Ci auspichiamo da questo Simposio più o meno lo stesso che abbiamo auspicato per i simposi precedenti. Speriamo che si possa costruire un ambito di lavoro e intercambio multidisciplinare che possa, in un’epoca di grande cambiamento, da un lato porre le giuste domande e dall’altro sviluppare una molteplicità di punti di vista che amplino le possibilità di risposta al desiderio di umanizzazione che le moltitudini oggi reclamano.
Non è nostro interesse quello di sancire nuove o più affascinanti verità, piuttosto ci muoveremo con l’idea di ampliare la discussione sulla situazione in cui versa l’essere umano e sui presupposti che potrebbero sorreggere una nuova civiltà. L’umanesimo così come l’abbiamo conosciuto ha bisogno di uscire dai quei canoni aristotelici in cui ancora nel Novecento era relegato. Sta sorgendo un nuovo essere umano. Sarà compito di questo Simposio fare un tentativo per coglierne almeno i contorni.
A cura di Elena Fumagalli