“Il governo se ne infischia del parere degli Enti territoriali – che chiedono di fermare le trivelle – e accelera sulle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi. E mentre la Conferenza Unificata Stato-Regioni discute oggi un testo cercando una possibile convergenza con Roma, Renzi non aspetta e forza la mano per far votare subito nelle commissioni parlamentari il proprio parere allo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE. Nonostante abbiamo chiesto di attendere le considerazioni delle Regioni per approfondire l’esame del provvedimento, la maggioranza della X commissione in Senato ha voluto procedere con l’approvazione”. Attacca così il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto.
“Ormai e fin troppo chiaro da che parte sta la maggioranza. Quando si trova a difendere gli interessi delle fossili non ascolta neanche i rappresentanti dei territorio tra l’altro rappresentanti del loro partito. Infatti, non hanno voluto tener conto in Parlamento della posizione che le Regioni hanno espresso nella conferenza con un parere condizionato al D.lgs, fortemente legato all’iniziativa del “manifesto di Termoli” contro le attività estrattive in mare” lanciato pochi giorni fa dal Molise, l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, le Marche e la Puglia”.
“Noi del M5S abbiamo votato contro al provvedimento proposto dalla maggioranza in quanto lo schema del D.lgs proposto dal Governo è espressione di una politica europea non sufficientemente idonea a tutelare l’ecosistema marino da eventuali sversamenti in mare. Ad oggi, gli interventi a livello europeo, in materia sono del tutto insufficienti a prevenire, eventualmente risolvere e sanzionare disastri ambientali, in quanto,tra l’altro, non esistono un quadro di garanzie e di controlli indipendenti, adeguati ad evitare che le operazioni di prospezione e ricerca degli idrocarburi mettano a rischio l’ecosistema marino e le fasce costiere. E’ stata inoltre dimostrata l’incompatibilità tra le operazioni di prospezione e ricerca in mare e il principio di precauzione da cui deriva l’esigenza di un’azione ambientale tesa alla salvaguardia dell’ecosistema in funzione preventiva. Una situazione preoccupante che ci vedrà impegnati nei prossimi giorni con nuove mobilitazioni per fermare le trivelle in mare, per difendere la salute, l’economia turistica e agricola dei territori”, conclude Girotto.
Fonte: Ufficio Stampa Girotto