“C’è calma apparente, ma le tensioni restano: durante il giorno si può circolare, ma la notte continuano l’insicurezza”. Così fonti della MISNA descrivono l’atmosfera a Bujumbura, capitale del Burundi, il giorno dopo le contestate elezioni presidenziali che – visto anche il boicottaggio dell’opposizione – dovrebbero confermare Pierre Nkurunziza al potere per un terzo mandato, da molti reputato incostituzionale. I risultati del conteggio sono attesi per domani.
“Stanotte in molti quartieri si è sparato e ieri qualche seggio elettorale a Nyakabiga è stato incendiato, impedendo agli elettori di votare”, continuano le fonti: nel quartiere è stato ritrovato anche un cadavere ma, a quanto appreso dalla MISNA, sarebbe stato portato sul posto dalle forze di polizia “per intimidire la popolazione”. In generale l’affluenza è stata bassa, almeno nell’area urbana, ma potrebbe essere rafforzata dai dati delle campagne e delle province più fedeli al Cndd-Fdd, partito di Nkurunziza.
La situazione resta comunque precaria: “Sembra che qualcuno stia aspettando il momento opportuno per intervenire – continua l’interlocutore della MISNA – anche se le manifestazioni probabilmente non riprenderanno”. “Ormai però nei quartieri circolano armi che – prosegue – vengono dalle caserme in cui si è riusciti ad entrare dopo il tentato golpe di maggio: in qualche caso ci si può sentire offrire di acquistare delle granate anche per strada”.
Incerte sono le prospettive dell’opposizione politica, i cui leader, viene riferito alla MISNA “sono scappati o si nascondono”. Continuano però i raid della polizia nei quartieri dove si sono concentrate le proteste anti-Nkurunziza. Secondo le testimonianze, la polizia entra in queste aree col buio, aprendo il fuoco e aspettando che qualcuno risponda per poter sequestrare le armi. “Il governo fa di tutto per non concedere agli avversari del presidente l’occasione di tentare nuovamente di spodestarlo”, conclude l’interlocutore della MISNA.