I soldi dei contribuenti europei contribuiscono a mantenere in funzione i pericolosi pezzi di antiquariato nucleare dell’Ucraina. Sono reattori di design sovietico, fratelli e cugini di quello esploso a Chernobyl, progettati per durare trent’anni e ormai in età pensionabile. L’operatività viene prolungata per altri decenni tramite un programma di “modernizzazione” finanziato con la partecipazione di Euratom (la comunità europea dell’energia atomica che coordina i programmi degli Stati UE relativi al nucleare) e di EBRD, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo fra i cui proprietari figura l’Unione Europea.
“Pura follia. Si tratta di milioni spesi per appendere sul nostro capo una spada di Damocle”, riassume Dario Tamburrano Eurodeputato M5S, fra i promotori della lettera inviata ad Euratom ed EBRD per esortarli a sospendere il programma. L’iniziativa è stata sostenuta da altri 26 europarlamentari dei diversi schieramenti politici e dai Parlamentari italiani Nugnes, Micillo, Da Villa e Girotto, che in qualità di capogruppo del M5S nelle commissioni di Ambiente e Industria di Camera e Senato hanno inviato copia della lettera ai rappresentanti dell’Italia in seno ad Euratom e EBRD.
Nella lettera si denuncia l’azione dell’Ucraina di voler prolungare la vita dei reattori senza effettuare la valutazione d’impatto ambientale e la consultazione pubblica con i Paesi confinanti come richieste dalla Convenzione di Espoo cui l’Ucraina e l’UE aderiscono.
“Non c’è da fidarsi di SNRIU, l’autorità nucleare dell’Ucraina – rilevano Tamburrano e Girotto. Nell’ambito del programma di modernizzazione, SNRIU ha esteso fino al 2023 il funzionamento di un reattore giudicato pericolosamente vulnerabile da studi indipendenti che hanno dimostrato come l’usura di alcune parti supera anche di 10 volte il limite accettabile”.
Si tratta del reattore numero 2 al South Ukraine Power Plant. Nella stessa centrale nucleare il reattore numero 1 ha compiuto trent’anni in maggio ed è fermo per permettere decine di riparazioni: quelle che lo SNRIU (che non si è accorta dell’usura del reattore gemello) ha individuato come indispensabili in vista dei prossimi vent’anni di funzionamento. Già accordati altri vent’anni di funzionamento anche ai due reattori della centrale nucleare di Rivne. In dicembre poi compirà trent’anni il reattore numero 1 di Zaporizhska, la centrale nucleare più grande d’Europa che si trova a soli 260 chilometri dal fronte della guerra civile.
Tutti i 15 reattori nucleari in esercizio in Ucraina ricadono nel programma di “modernizzazione” finanziato con 600 milioni di fondi europei. Oltre la metà di questo denaro viene utilizzata per prolungarne il funzionamento.
Dario Tamburrano – Eurodeputato M5S
Gianni Girotto – Senatore M5S