I terroristi “per bene” che in gennaio facevano finta di indignarsi per l’atroce impresa parigina dei loro gemelli col kalashnikov hanno colpito ancora. Se infatti un terrorista si distingue per la spietatezza e l’assoluta indifferenza per le conseguenze delle sue azioni sugli altri, come altro possiamo definire la banda di gelidi tecnocrati che ha annientato la Grecia?
Come hanno scritto molti commentatori, le misure durissime e umilianti imposte a Tsipras non hanno alcun senso, se non come avvertimento in puro stile mafioso: distruggere quello che stava diventando un esempio pericoloso per ammonire chiunque fosse tentato di imitarlo. Prova a metterti contro di noi e guarda come va a finire! Diventerai uno schiavo e lo stesso destino toccherà ai tuoi figli e nipoti.
Forse siamo stati tutti ingenui (Tsipras e Varoufakis compresi) a non immaginare che sarebbero arrivati a tanta brutalità. Seguire le notizie che arrivavano da Bruxelles tra stanotte e stamattina è stato un esercizio istruttivo nel suo orrore: non si riusciva a credere che i rappresentanti di un’Europa basata su nobili (e del tutto teorici) principi potessero imporre a uno dei suoi stati membri condizioni del genere, cianciando allo stesso tempo di “fiducia” e definendo un ricatto al limite della tortura un “accordo”.
Forse si può trarre un’amara soddisfazione da tutto questo: almeno adesso hanno gettato la maschera. La volontà di un popolo, espressa con chiarezza in un’elezione e un referendum, non conta niente. La legge del più forte vince e chi non si piega viene annientato.
Resta un’ultima speranza: il popolo greco, che ha dato prova di tanto coraggio e dignità votando No al referendum di domenica scorsa, accetterà uno scempio del genere? E tutti noi, prossime vittime di questa logica spietata, sapremo trovare il modo di non lasciarlo solo?