Qualcuno sottolinea i richiami “storici” del suo discorso, quelli che rimandano alla Grecia dov’è nata la democrazia, dove la “polis” si è formata, dove una forma di “potere del popolo” è stata, per la prima volta, sperimentata. Ed oggi gli occhi di tutta Europa tornano sulla Grecia e la Grecia, con il suo referendum, ha già conseguita la sua vittoria, perché la decisione del popolo, in un senso o nell’altro, non potrà essere ignorata, se non al prezzo di una violazione del patto democratico europeo, troppo grave per passare sotto silenzio e troppo lacerante per immaginare, anche soltanto, che non produca conseguenze, distruttive, destabilizzanti.
Qualche altro rimarca i richiami al “coraggio”, alla “determinazione”, alla “gioia”: con tutte quelle parti del suo discorso in cui invita il popolo greco a resistere, a dismettere l’abito del timore e della paura, a non cedere alle minacce e alle intimidazioni, ai ricatti e agli ultimatum, a rigettare e respingere la campagna di odio e di divisione del popolo, di paura e di vero terrorismo politico che le oligarchie, la finanza, i poteri forti del neoliberismo, interno ed europeo, hanno suscitato; segnando, al contempo, con il suo discorso, un vero e proprio spartiacque, tra la sinistra, della democrazia e della speranza, dell’Europa dei popoli e della solidarietà, e la destra, anti-solidale e anti-europea, indifferente ai destini dei popoli e dei lavoratori d’Europa, così affine, nella sua demagogia, alla propaganda delle tecnocrazie liberiste, che minacciano l’uscita della Grecia dall’euro e dalla stessa Unione Europea, in caso di vittoria dell’OXI – NO – al referendum popolare.
Qualche altro, infine, si spinge a richiamare precedenti illustri, definendo Alexis Tsipras uno “statista”, sottolineando il carattere, al tempo stesso, patriottico e solidale, mai corporativo o sovranista, del suo discorso, rievocando persino, per quel passaggio sulla democrazia da portare avanti e sulla paura da sconfiggere, la figura di Salvador Allende, colui che, con il suo tentativo di costruzione del “socialismo nella democrazia”, avrebbe suscitato panico ed eversione nel campo della destra e della oligarchia, ed avrebbe, al tempo stesso, ispirato, una generazione dopo, i percorsi di solidarietà ed emancipazione che si sarebbero incarnati nel processo per il socialismo del XXI secolo. Non a caso, dall’Ecuador, dal Venezuela, da Cuba in primo luogo, non sono mancati attestati di appoggio al popolo greco e alla sinistra al governo in quel Paese, a sostegno del NO all’ultimatum delle oligarchie, per un governo democratico dell’economia e del Paese.
Abbiamo avuto modo di seguire in diretta il discorso di Alexis Tsipras dalla storica Piazza Syntagma di Atene, davanti ad una folla di decine, centinaia di migliaia di persone, anche da Napoli, dove il corteo popolare, animato da oltre cinquemila persone, partito da Largo Enrico Berlinguer, ha concluso il suo percorso nella Piazza del Plebiscito, dove un altoparlante per gli oratori e un mega-schermo per la diretta, hanno consentito di combinare e comporre voci e colori di questa spettacolare prova di democrazia. Una occasione di partecipazione vera, entusiasta, popolare, che ha stabilito una connessione reale non solo con Piazza Syntagma, ma con le altre circa cento piazze italiane collegate in diretta, tra di loro e con Atene, e con le decine e decine di mobilitazioni che, in tutta Europa, hanno portato migliaia e migliaia di persone in piazza, per questa vera e propria “primavera” della democrazia europea. Non c’è stato praticamente Paese in Europa, che non abbia alzato la sua voce a sostegno di Syriza, del popolo greco e del suo OXI: basta anche solo scorgere, per un’idea, la mappa interattiva: www.change4all.eu/change-in-action/map-of-solidarity.html.
Niente a che vedere, dunque, con le strumentalizzazioni anti-europee delle varie destre demagogiche, alla Salvini e Grillo, in Italia, all’Alba Dorata o Front Nationale, in Europa: non si tratta di un referendum “contro”, ma di un referendum “per”, un OXI – NO – all’austerity e al neoliberismo delle tecnocrazie europee e dell’egemonismo tedesco, non contro l’euro e contro l’Europa, ma per un’altra direzione economica, per un’altra prospettiva di sviluppo e per un’Europa dei suoi popoli, della “democrazia nella solidarietà”. Nelle parole di Tsipras: «L’Europa che abbiamo conosciuto, l’Europa con i suoi valori fondativi, non ha niente a che vedere con tutto ciò che stiamo subendo. Oggi a quest’ora tutta l’Europa ha gli occhi su di voi, sul popolo greco, sui tre milioni di poveri e su tutti i disoccupati. Oggi tutto il pianeta ha gli occhi su Piazza Syntagma, sulle piccole e grandi piazze della nostra patria, sul luogo dove la democrazia è nata. Ridiamo un’altra occasione alla democrazia per farla tornare in Europa, perché l’Europa possa tornare ai suoi valori fondativi, che per tanti anni non ha applicato e ha costretto i popoli a fare scelte che vanno contro la loro volontà».
Da due giorni, campeggia, sul Palazzo del Municipio di Napoli, uno striscione con un messaggio chiaro: Napoli è con la Grecia, «l’Europa si costruisce con i suoi popoli». Ancora con Tsipras: «Nessuno ha il diritto di minacciare che taglierà la Grecia fuori dal suo luogo naturale, nessuno ha il diritto di minacciare che dividerà l’Europa. La Grecia – la nostra patria – è, è stata e rimarrà la culla della civiltà europea. Da questo luogo, qui, dice la mitologia, Zeus ha rapito Europa. Ora i tecnocrati vogliono di nuovo portare via Europa. Noi diciamo no, non lasceremo l’Europa nelle mani di quanti vogliono rapirla dal suo passato democratico, dai valori della solidarietà e del rispetto reciproco». Napoli, con tutta l’Italia e tutta l’Europa democratica, sarà ancora in piazza, domenica prossima, partecipando e condividendo la mobilitazione del popolo greco.