Angola, oltre un milione di alfabetizzati grazie al metodo d’insegnamento cubano Yo, sì puedo, (Io, sì posso).
L’Angola è il primo paese africano ad aver superato il milione di alfabetizzati grazie al metodo messo a disposizione dal governo di Cuba.L’informazione arriva direttamente dal Ministero della Pubblica Istruzione del paese africano, tramite il consigliere ministeriale Alfredo Diaz.
Grazie al coordinamento di 42 supervisori provenienti dall’isola di Cuba, un milione e 139.729 angolani risultano alfabetizzati tramite l’attuazione di questo programma, lo ha riferito ieri l’agenzia di stampa Prensa Latina. Alfredo Diaz ha spiegato che il metodo d’insegnamento ” Yo, sì puedo “ viene applicato in tutte le 18 province dell’Angola e in sole 13 settimane le persone con più di 15 anni imparano a leggere e scrivere.Il consigliere cubano ha dichiarato che dal 2012 il governo angolano ha deciso di attuare con forza una strategia di potenziamento nel campo dell’educazione, attuando una serie d’iniziative pensate in particolar modo per ripristinare l’alfabetizzazione fra gli adulti.
“Per la nazione angolana l’educazione è stata definita come priorità nell’ambito degli accordi tra i Ministeri della Pubblica Istruzione di Cuba e Angola; all’interno di questa collaborazione i nostri consulenti operano in 176 comuni, con notevoli risultati”, ha aggiunto Diaz.Il consigliere ministeriale ha riportato anche di aver ricevuto un grosso aiuto dalle chiese di molti villaggi, dall’organizzazione delle donne (OMD), dal Ministero dell’Interno per la formazione dei giovani (JMPLA) e dal partito di governo, il Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola (MPLA).Il funzionario ha sottolineato che da quest’anno stanno procedendo all’alfabetizzazione all’interno delle carceri e che molti detenuti si sono già diplomati con successo nei distretti di Luanda, Bie e Huila.
“Il metodo d’insegnamento “Yo sì puedo” viene applicato anche all’interno delle prigioni di molte province e viene diretto dal Ministero dell’Interno e dai facilitatori cubani. I detenuti stessi, una volta alfabetizzati, riproducono il metodo con successo, insegnando a leggere e scrivere agli altri detenuti.” Ha concluso Diaz nella sua dichiarazione.Il governo angolano si è dato l’obbiettivo di raggiungere l’85 per cento di alfabetizzazione tra la popolazione entro il 2025, ma già a partire dal 2017 vuole presentare risultati promettenti all’interno degli obiettivi di Sviluppo del Millennio presentandoli alle Nazioni Unite.
Il metodo educativo cubano “Yo sì puedo” praticamente sconosciuto nei paesi occidentali, è stato sviluppato da Leonela Inés Relys Diaz (1947-2015). Yo sì puedo, attualmente viene utilizzato in 30 paesi del mondo in Africa, America e Oceania, dal 2002 al 2015, grazie a questo metodo si sono alfabetizzate oltre otto milioni di persone.
Il metodo si basa sull’associazione dei numeri (generalmente conosciuti anche dalla persone analfabete) alle lettere. Il metodo si adatta al livello di formazione della persona a cui è rivolto e alla cultura di provenienza di chi lo riceve. Identifica anzitutto gli alunni e quali sono le loro necessità e rilevando le peculiarità significative e il temperamento dell’individuo che si ha di fronte, prima di procedere all’insegnamento vero e proprio, ci si appoggia così proprio sulle caratteristiche dell’alunno, per ottenere migliori risultati in pochissimo tempo.
Leonela Inés Díaz, la maestra cubana che ha sviluppato Yo, sì puedo, è morta nel febbraio del 2015 nel silenzio generale dei media occidentali. Leonela era una donna di umili origini, energica, di corporatura minuta, con un sorriso dolcissimo che ti accoglieva sempre. Nel 2005, dopo che con il suo metodo erano state alfabetizzate oltre due milioni di persone adulte, davanti a una giornalista sudamericana disse: “sono la stessa donna semplice di sempre, che fa coda, bada alla sua casa … vado avanti allo stesso modo. Anche se interiormente adesso mi sento più umana di prima. Ciò che ho raggiunto fin qui mi ha permesso di darmi un obiettivo nella vita”.
Dell’analfabetismo Leonela diceva: “quella è l’ingiustizia sociale più grande che ho visto nella vita, perché ogni analfabeta è associato alla fame, alla miseria, alla disoccupazione, a condizioni subumane. E quando tu gli dai un foglio e una matita, quella persona ti bacia e ti abbraccia come se gli avessi dato la cosa più grande del mondo. Allora, dato che in vita mia ho ricevuto tanto amore, credo di dover continuare a ripagare così….con tanto amore”.
Partecipante alla Campagna di alfabetizzazione che ha permesso di dichiarare Cuba primo territorio libero dall’analfabetismo in America Latina, nemmeno la stessa Leonela, camagüeyana di nascita, poteva supporre l’enorme importanza del suo contributo quella notte di aprile del 2001 quando, illuminata dalla tenue luce di una lampada al kerosene, là ad Haiti, ha portato a termine il suo compito. “In quel momento ho sentito solo che avevo realizzato un’idea del “Comandante”. Compivo una missione e nient’altro, come facciamo tutti i cubani”, ha raccontato a questa giornalista.
In quel dialogo dichiarò che “Solo durante la realizzazione del Primo Congresso Mondiale di Alfabetizzazione, un incontro degli educatori che lavorano per il bene dell’umanità, ho cominciato a comprendere la reale grandezza politica del compito, l’idea vera di Fidel, che non è solo alfabetizzare, ma riscattare gli esclusi della terra, realizzare un movimento sociale che li unisca come esseri umani, trasformare il mondo. Non verifico mai quanti alfabetizzati ci sono già con il metodo, “Yo, sí puedo”, né in quanti paesi va avanti questo progetto. Non domando mai per evitare lo spavento”.
E’ fonte d’ispirazione, oltre che commovente riflettere sul fatto che in soli soli 12 anni, con pochissimi mezzi a disposizione e grazie all’applicazione di concetti basati su solidarietà, buona volontà e giustizia sociale, si siano raggiunti risultati simili; un vero e proprio miracolo se si pensa che questo progetto è stato avviato da uno Stato come Cuba che è sotto costante embargo da decenni. Al tempo stesso è davvero significativo pensare che neanche una riga che parli di questi risultati è stata riportata dalla stragrande maggioranza dei media occidentali.
L’alfabetizzazione sta alla base del concetto di liberazione dell’essere umano così come espresso nella Dichiarazione di Persepoli, adottata dall’UNESCO nel 1975. “L’alfabetizzazione è molto più del semplice processo di imparare a leggere, scrivere e contare. Si tratta infatti di “un contributo alla liberazione dell’essere umano e al suo pieno sviluppo” e, in quanto tale, rappresenta un diritto fondamentale per tutti.”