Come l’11 settembre 2001 per gli USA, così il 5 luglio 2015 per l’Europa: la storia non sarà più la stessa, qualunque sia l’esito del referendum greco. Perciò suscita particolare costernazione la pochezza del dibattito italiota, monopolizzato da personaggi di penultima fila, tanto accalorati su questioni secondarie quanto ignoranti di quelle primarie. Eppure, la questione primaria è relativamente semplice e lineare:
– De Gasperi, Adenauer, Shuman e tutti gli altri padri fondatori sognarono l’Europa dei Popoli come l’obiettivo più alto per una Politica che costruisse e consolidasse la pace e la prosperità nella casa comune attraverso la valorizzazione dei beni comuni, a cominciare dalle peculiarità etniche e culturali. Le resistenze per interessi particolari dovevano essere sciolte attraverso accordi, soprattutto economici, a cominciare dalla CECA, e così fu.
– Quei padri sottovalutarono la potenza dell’economia e la pochezza dei politicanti loro successori. Di conseguenza, il carro dell’economia è passato davanti ai buoi della politica. “Meglio così”, osservano i neo-liberisti che idolatrano la Mano Invisibile di Adam Smith, senza sapere che per Smith quella mano apparteneva alla Divina Provvidenza, non al mercato. Partendo da questa colossale mistificazione dello stesso pensiero liberale, i suoi epigoni argomentano che anche i padri europei prevedevano una CESSIONE DI SOVRANITA’ da parte dei singoli Stati. Certo: un passo indietro delle politichette statali, ma di fronte a una più alta Politica Europea, non a quattro usurai!
– Come se non bastasse, il mercato è completamente in balia di una finanza predatrice transcontinentale. Questo lo denunciano tutti, ma nessuno reagisce, perché? Perché anche i più spregiudicati speculatori finanziari, tipo Soros, sono “poveri untorelli” a fronte delle tragedie provocate da gente rispettabilissima come un Beniamino Andreatta (1981: cosidetto divorzio del Tesoro dalla Banca d’Italia). Prima e dopo di lui, da Andreotti a Prodi che ora versa lacrime di coccodrillo, hanno ceduto la SOVRANITA’ MONETARIA non ad una “più alta Politica Europea” ma a società private che hanno come mission il profitto per i loro azionisti, non il bene comune dei popoli europei.
– James Tobin ripeteva: “Nulla è più politico della moneta”. E allora come stupirsi se il 6/11/2011, con un colpo di stato bianco, i “sovrani monetari globali” hanno deposto il premier greco Papandreu, reo di voler indire un referendum popolare per uscire dall’abbraccio mortale dei medesimi sovrani, e lo hanno sostituito con Papademos, già vicepresidente della BCE? Come stupirsi se una settimana dopo i medesimi sovrani, per le medesime ragioni, hanno deposto il premier italiano Berlusconi e sostituito con i burattini Monti, Letta e Renzi in rapida successione?
– Ora tocca di nuovo alla Grecia, e se il popolo greco oserà ribellarsi sarà punito ancor più ferocemente di quanto non sia stato punito finora “per il suo bene”. Gli altri governi europei, invece che rinsavire e solidarizzare con la Grecia, la beccano come altrettanti “polli di Renzo” senza rendersi conto che più tardi toccherà a loro, tedeschi compresi. Che siano governi di destra o di sinistra non fa alcuna differenza perché tutti professano il pensiero unico neoliberista. In questo sono davvero tutti uniti… per le zampe, a testa in giù. La Grecia è punita per castigo, gli altri Stati per premio. Evviva gli Stati Puniti d’Europa!