In questi giorni sta accadendo in Israele una vicenda che ricorda da vicino quella di Vittorio Arrigoni. Non sto parlando del Vittorio Arrigoni più noto, del Vik arrivato a Gaza via mare, catturato da Israele, espulso, e poi tornato a Gaza via Egitto, e rimastovi fino alla sua morte. Sto parlando della storia di Vittorio Arrigoni prima della sua esperienza a Gaza, quando, in Palestina, fu sequestrato da Israele, imprigionato e detenuto in condizioni al limite della tortura, a cui si oppose in modo nonviolento, e infine processato ed espulso con la forza.

L’attivista italiana che sta percorrendo queste orme si chiama Samantha Comizzoli.

Il 12 giugno, a Nablus, i soldati israeliani hanno arrestato Comizzoli in quanto “clandestina”, poiché il suo visto turistico era scaduto. Samantha ha girato per mesi la Cisgiordania segnalando sul suo blog le violenze dei soldati israeliani sui palestinesi, le vessazioni dei coloni sulla popolazione, il crimine dell’occupazione militare israeliana, con tutte le inevitabili violazioni dei diritti umani. L’arresto, secondo Comizzoli, è funzionale a mettere il bavaglio alla sua attività giornalistica e il fatto che le sia stato bloccato l’accesso a Facebook e a Twitter corrobora questa ipotesi.  Il suo ultimo tweet risale proprio al 12 giugno: “Mi hanno presa”.

Samantha è stata portata dapprima alla prigione dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e posta in isolamento, in attesa di essere espulsa da Israele, ma ritenendosi prigioniera politica ha iniziato lo sciopero della fame.

Nelle ultime settimane la sua esperienza in Cisgiordania si era fatta sempre più dolorosa e Israele era ormai sulle sue tracce. Come ella stessa riferisce e documenta nel suo blog, il 16 maggio a una manifestazione in ricordo della Nakba, presso Nablus, un cecchino israeliano le ha sparato due proiettili di gomma, ferendola al braccio e al seno; insieme a lei vi era il fotoreporter Nidal Shetey, che è stato ferito da un altro proiettile di gomma all’occhio sinistro. Samantha ha denunciato l’accaduto alla Croce Rossa, che non l’ha presa in considerazione. Sul suo blog ha messo le foto delle sue ferite. La manifestazione è stata parzialmente ripresa da telecamere e il video è stato inserito su youtube al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=IhYWERtvjAY. Osservando la scena, si nota come Samantha cercasse di fare da scudo umano ai manifestanti palestinesi mettendosi a braccia aperte in mezzo alla strada, per poi finire colpita dai proiettili israeliani (intorno al 57° secondo del video).

L’11 giugno, nel suo ultimo post, Samantha riferisce di un blitz israeliano durante il quale sono stati sequestrati un ragazzo italiano in vacanza e un quindicenne palestinese; secondo Comizzoli, l’italiano è stato arrestato per il solo fatto di aver scattato delle foto all’insediamento illegale di Yhitzar. Su di lui non vi sono notizie disponibili.

Al momento pare che Samantha sia stata trasferita nel carcere di Givon, dove, sulle orme di Vik, è stata sottoposta a torture psicologiche per costringerla a sospendere lo sciopero della fame e la sua protesta nonviolenta. È seguita dal suo avvocato e ha visto il console italiano, ma il suo destino è già tracciato: il suo rientro forzato in Italia è atteso nei prossimi giorni.

Su tutta questa vicenda incombe il silenzio assordante di tutti i media.

FONTI:

http://www.julienews.it/notizia/dal-mondo/samantha-comizzoli-attivista-italiana-arrestata-in-israele/352824_dal-mondo_2.html

http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2015/06/13/cisgiordania-fermata-attivista-italiana_8ed4bb01-db37-463c-82af-1393b84b2283.html

https://twitter.com/samanthacomizzo

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/

http://www.tgmaddalena.it/samantha-comizzoli-rifiuta-decreto-di-espulsione-e-difesa-legale-se-ce-un-avvocato-pronto-a-battersi-con-me-per-la-liberazione-dei-bambini-detenuti-nelle-carceri-israeliane-allora-lo-accetto/