Il racconto della drammatica esperienza carceraria di Karl Guillen ieri sera 11 giugno alla Biblioteca Chiesa Rossa di Milano nell’incontro organizzato da Amnesty International ha coinvolto e commosso i presenti, il suo racconto dei lunghi anni passati in carcere e della lunga battaglia per avere giustizia, la sua denuncia delle assurdità del sistema giudiziario americano e la lotta anche con se stesso per non mollare.
Nel suo lungo intervento Karl ha raccontato quanto sono stati duri i tanti anni di isolamento in carcere, i tanti soprusi subiti e ha messo l’accento sulla sua scelta di battersi contro la crudeltà e l’arbitrarietà del sistema giudiziario-carcerario statunitense. Le fasce sociali svantaggiate non possono permettersi di pagarsi una difesa adeguata, sono indotti a firmare dichiarazioni di colpevolezza, e vanno così a “ingrassare” il sistema carcerario, che riceve ingenti finanziamenti per ogni individuo condannato. “Il tritacarne”, come il titolo del primo libro di Guillen, nel quale rimangono stritolati tutti coloro che, avendo o no commesso un reato, entrano nell’ingranaggio della giustizia americana.
“Non mi sono fermato, mi sono messo a studiare legge, a scrivere poesie, a dipingere. Ho convertito la mia rabbia per quello che stavo subendo e per le ingiustizie che vedevo intorno a me in un senso di ribellione e di amore per la possibilità di affrontare e di denunciare queste ingiustizie. Questi sentimenti mi danno una grande forza e motivazione per andare avanti”.
Karl Guillen prosegue nei prossimi mesi il suo tour in giro per l’Italia per condividere la sua toccante esperienza e il suo impegno per i diritti umani negli USA.