L’India ha annullato la registrazione di quasi 9.000 ONG e enti di beneficenza per non aver dichiarato i dettagli delle donazioni ricevute dall’estero. Si tratta di un secondo giro di vite del governo indiano negli ultimi 12 mesi, un vero e proprio processo di sorveglianza sulle organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti stranieri nel paese. La notizia si è diffusa dopo che il governo ha sospeso la licenza di Greenpeace India e ha inserito la statunitense Ford Foundation nella lista di controllo sottoponendo ogni sua nuova attività nel paese all’approvazione del governo.

 

L’ordine di cancellazione è stato emanato dal Ministero competente a fine Aprile con l’annullamento della registrazione di 8.975 associazioni che non avrebbero dichiarato i dettagli del loro finanziamento estero per il triennio 2009/10.
Diversi osservatori del settore non governativo indiano ritengono che dietro questa ordinanza si nasconda la volontà del governo di limitare i movimenti di fondi esteri a supporto delle ONG locali, si tratterebbe di un tentativo di soffocare le voci di coloro che si oppongono programma economico del Primo Ministro Narendra Modi.

Lo scorso giugno, il servizio di intelligence indiano aveva additato Greenpeace ed altri gruppi di pressione accusandoli di danneggiamento dell’economia del paese con una campagna contro progetti di energia, attività estrattive e alimenti geneticamente modificati.
Mentre Greenpeace ha negato le accuse, all’inizio di questo mese il governo ha impedito all’organizzazione di ricevere fondi dall’estero sospendendo la licenza per sei mesi e congelando i suoi conti correnti.

La Fondazione Ford, uno dei più grandi fondi di beneficenza del mondo, è stato messo su una lista di controllo e il ministero ha reso noto detto di aver avviato un’indagine su un finanziamento a un gruppo locale gestito da un attivista di spicco del mondo non governativo e critico nei confronti del primo ministro.