Il 93,1% delle ragazze e dei ragazzi intervistati nelle scuole ritiene sia utile parlare di obesità e sovrappeso patologico e al 59,4% di loro piacerebbe partecipare ad un progetto dedicato a questi temi. Il 67,8% riconosce che i ragazzi e le ragazze affette da obesità hanno più difficoltà ad inserirsi in un gruppo, e ancora il 91,3% dichiara che sono anche più soggetti ad atti di bullismo. Fra la popolazione adulta, invece, un numero significativo di persone (29%) ammette di avere poca o nessuna conoscenza riguardo al tema del sovrappeso, dell’obesità e dei rischi correlati. Più della metà degli intervistati riconosce l’importanza dei fattori genetici o della predisposizione familiare, mentre i fattori psicologici e le condizioni socioeconomiche non sono percepiti da molti come una causa significativa. Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine nelle scuole e nelle farmacie condotta da Cittadinanzattiva e Federfarma nell’ambito di “Feel Good”, la campagna nata con l’obiettivo di aumentare l’informazione e la sensibilizzazione sul tema dell’obesità.
Secondo i dati 2022 dell’Istituto Superiore di Sanità, il 18% dei ragazzi fra gli 11 e i 17 anni è in sovrappeso, ed il 4% risulta obeso e secondo l’indagine condotta da Cittadinanzattiva e da Federfarma, sette studenti su dieci asseriscono che l’obesità può influenzare la qualità della vita, circa la metà la considera “una patologia in grado di determinare una situazione di malattia”, mentre quasi due su cinque (38,9%) affermano che sia un disturbo alimentare. Il 54,5% sostiene inoltre che nel nostro Paese l’obesità è un fenomeno preoccupante soprattutto tra i bambini e al sud, mentre per il 68,4% di loro non esiste un’unica causa che determina l’obesità, ma più cause legate tra loro (predisposizione genetica, cause ambientali, patologie, farmaci, ecc.). Il 63,6% degli intervistati dichiara di saperne abbastanza e un ulteriore 7,4% riferisce di saperne molto, ma ben il 29% ammette di saperne poco o nulla quando sente parlare di sovrappeso, obesità e rischi correlati. Tra le cause che ne determinano l’insorgenza, 4 su 5 le identificano in errati comportamenti personali o in stili di vita non congrui, 3 su 4 nella compresenza di patologie o alterazioni metaboliche, circa 3 su 5 nella presenza di fattori genetici o predisposizione familiare. Seguono i fattori psicologici (52,9%) e le condizioni socio-economiche e ambientali (42,1%). Che l’obesità non dipenda solo dalla buona volontà del singolo è anch’essa una consapevolezza ampiamente diffusa (80,2%). Allo stesso tempo il 67,8% dei cittadini intervistati in farmacia la considera una vera e propria malattia e l’84,3% la ritiene impattante al pari di altre patologie croniche.
Per un approccio efficace e inclusivo alla lotta contro l’obesità, Cittadinanzattiva individua nove priorità che prevedono un impegno congiunto da parte del governo, delle autorità sanitarie, delle società scientifiche e delle associazioni civiche e di pazienti: implementare una campagna istituzionale di sensibilizzazione e informazione sull’obesità, che preveda di raggiungere bambini, adolescenti e genitori; riconoscere l’obesità come malattia cronica, garantendo l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA); rafforzare la rete di servizi e professionisti a livello territoriale – con particolare riguardo al medico di famiglia e al pediatra – in grado di rispondere in modo multidimensionale e multiprofessionale ai bisogni delle persone con obesità; riconoscere e valorizzare il contributo della farmacia di comunità nella sensibilizzazione della popolazione, nell’offerta di servizi e nella presa in carico dei bisogni di salute delle persone con obesità; contrastare l’aumento del sovrappeso e dell’obesità in Italia nel bambino e nell’adolescente incentivando nei curricula scolastici programmi di educazione civica volti alla promozione della salute e del benessere così come indicato dalla Legge 92/2019, art. 3 comma 2; vigilare attraverso le Commissioni mensa da un lato e le Asl dall’altro, affinché siano rispettati i menù previsti dai contratti in essere, per garantire pasti sani ed equilibrati per le diverse fasce di età; mitigare l’impatto delle disuguaglianze socio-economiche sull’obesità, sviluppando interventi mirati e inclusivi con l’obiettivo di rendere l’accesso ad un’alimentazione sana e all’attività fisica più equo e universale; contrastare lo stigma sociale associato all’obesità promuovendo nei media e nelle politiche pubbliche una rappresentazione più equilibrata ed inclusiva rispetto a questa condizione, coinvolgendo e valorizzando il ruolo delle organizzazioni civiche e delle associazioni dei pazienti; garantire un approccio intersettoriale e interministeriale nella pianificazione e realizzazione di interventi integrati di contrasto all’obesità quale problema di salute pubblica.
Lo studio, che ha interessato 5 istituti superiori di secondo grado e 105 farmacie in Piemonte, Lazio e Sicilia, è stato presentato di recente, unitamente alle altre attività della campagna “Feel Good”, tra cui: un percorso informativo-formativo interattivo on line, realizzato nelle scuole partecipanti da esperti su tre tematiche specifiche (benessere fisico e psichico, promuovere la body positivity, riconoscere e affrontare fenomeni di body shaming nella vita quotidiana e online); la realizzazione di appositi corner informativi, con i ragazzi nel ruolo di “informatori di salute” sui temi della campagna; la formazione su fattori di rischio e stili di vita, con il coinvolgimento di genitori e docenti per il ruolo di prevenzione e sostegno alla cura; la somministrazione, nelle farmacie aderenti, di un questionario per rilevare il grado di consapevolezza e percezione dei fattori di rischio ed interventi personalizzati di educazione sanitaria.
Qui per scaricare il Report el’abstract.
I materiali della campagna “Feel Good” sono disponibili qui.