In una lettera inviata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Associazione per i popoli minacciati (APM), insieme al Memoriale del genocidio di Srebrenica, a Jews Against Genocide e al Comitato Helsinki per i diritti umani in Serbia (HCHRS), chiede a tutti gli Stati membri dell’ONU di adottare la risoluzione sulla Giornata della memoria del genocidio di Srebrenica. Per l’APM la risoluzione è un passo importante per consentire un rinnovamento morale nei Balcani occidentali e indebolire l’influenza tossica dei nazionalisti estremisti sulle giovani
generazioni.
L’attuale reazione nella Repubblica Srpska è spaventosa. Un’escalation di retorica nazionalista, isteria e discorsi d’odio nelle strade è volta a impedire l’adozione della risoluzione delle Nazioni Unite. Gli Stati membri non devono permettere che ciò accada. Il presidente serbo Aleksandar Vučić e il presidente dell’entità Republika Srpska in
Bosnia-Erzegovina, Milorad Dodik, stanno alimentando le tensioni che da tempo si sono create in Bosnia-Erzegovina. Vučić e Dodik stanno radicalizzando le giovani generazioni, impedendo il diritto alla verità e alla giustizia, alle riforme politiche, sociali e giudiziarie, nonché a un ricordo dignitoso e appropriato, a fare i conti con il passato e alla riconciliazione. La risoluzione sarebbe un segnale importante del fatto che la negazione del genocidio non è accettata a livello internazionale. Sharon Silber, presidente di Jews Against Genocide, definisce “profondamente inquietante” la continua negazione del genocidio in Bosnia da parte dei governi della Serbia e della Republika Srpska. Emir Suljagic, direttore del Memoriale del Genocidio di Srebrenica, mette in guardia dalle pericolose conseguenze: “La negazione di un crimine è il segno più evidente che esso si ripeterà”.
La risoluzione intitolata “Giornata internazionale di riflessione e commemorazione del genocidio di Srebrenica del 1995” sarà discussa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 2 maggio. Tra le altre cose, essa intende istituire l’11 luglio come giornata di commemorazione. Per l’approvazione della risoluzione è necessaria una maggioranza di due terzi dei 193 Stati membri. La bozza è stata presentata da Germania e Ruanda ed è già sostenuta, tra gli altri, da
Stati Uniti, Slovenia e Turchia. Una risoluzione simile è fallita al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 2015 a causa del veto russo.
A luglio ricorre il 29° anniversario del massacro di Srebrenica. Nel luglio 1995, i soldati dell’esercito serbo-bosniaco uccisero più di 8.000 uomini e ragazzi bosniaci. Donne, bambini e anziani furono deportati con camion e autobus su ordine dell’ex generale serbo Ratko Mladić. Nonostante lo status di zona protetta dell’ONU e il completo disarmo dei suoi soldati, Srebrenica fu abbandonata al suo destino dai caschi blu olandesi di stanza e dall’ONU. Il massacro è stato classificato come genocidio in diverse sentenze del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) e della Corte internazionale di giustizia (ICJ).