Chi ha detto che i giovani sono indifferenti e non escono di casa, forse, non ha incontrato i tantissimi giovani che in queste settimane affollano le università per dire la loro contro il genocidio in atto a Gaza. E, di sicuro, non ha guardato negli occhi gli studenti del Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma che questa mattina hanno partecipato al presidio in piazzale Clodio per contribuire alla scorta mediatica del processo agli assassini di Giulio Regeni. Con loro avevano il libro “Giulio fa cose” e hanno letto alcuni passaggi. I ragazzi hanno aderito all’invito di Articolo 21, presente come ad ogni udienza in quella piazza con una delegazione guidata dal coordinatore dei presidi Giuseppe Giulietti, e del popolo giallo.
Le studentesse e gli studenti del Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma erano accompagnati dalla dirigente scolastica Anna Proietti e hanno accolto i genitori di Giulio Regeni e l’avvocata Ballerini a Piazzale Clodio.
Tanta emozione ma anche tanta determinazione per le ragazze e i ragazzi che hanno letto alcuni passi del libro “Giulio fa cose” (Ed. Feltrinelli).
“Sul suo viso tutto il male del mondo” ha letto Anita, alunna della quinta superiore. L’emozione e la gratitudine apparivano sul volto e nelle parole di Paola e Claudio per questo gesto di affetto da parte di ragazzi così giovani, eppure già cosi impegnati.
Il loro Liceo ha dedicato a Giulio una panchina gialla in Piazza Grecia e lo scorso marzo, nel trentennale dell’agguato a Mogadiscio, è stato inaugurato con una bellissima cerimonia, il murale di Alessandra Chicarella dedicato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. La cronaca dell’udienza odierna non puó che indurre a una riflessione sullo stato della giustizia italiana.
Inutilizzabile l’impianto di fonoregistrazione dell’Aula Occorsio (pare per un contratto di manutenzione scaduto), il processo è stato spostato in un’altra – piccolissima – aula con grande ritardo e sommo disagio. Alle 11:15 l’udienza viene di nuovo spostata in Aula Occorsio.