Archiviate tutte le denunce alle persone che avevano contestato la ministra Roccella al Salone del Libro di Torino, con Non Una Di Meno, Extinction Rebellion e Fridays for Future. In quell’occasione, l’assessore regionale Marrone aveva sporto querela per violenza privata nei confronti delle persone identificate. Il PM però archivia tutto: “Non vi è traccia di condotte violente”.
Dopo quasi un anno di indagini preliminari, il PM di Torino ha archiviato tutte le 23 denunce che avevano fatto seguito alla contestazione della ministra Roccella durante il Salone del Libro dello scorso anno. In quell’occasione, decine di persone legate a Extinction Rebellion, Non Una di Meno e Fridays for Future si erano sedute tra il pubblico del padiglione della Regione Piemonte, dove era attesa la ministra. Al suo arrivo si erano alzate in piedi, intonando cori e reggendo dei cartelli con scritto “Giù le mani dai corpi e dalla terra”, interrompendo di fatto l’intervento della ministra Roccella. Una protesta volta a denunciare le posizioni anti-abortiste della ministra e le politiche climatiche e sociali del governo nazionale e regionale.
Nei giorni successivi alla manifestazione, diversi esponenti politici avevano denunciato “atti di violenza”. La stessa Ministra Roccella, in una delle numerose interviste rilasciate, parlava di aggressività dei manifestanti, mentre Matteo Renzi, si spingeva a citare “il fascismo degli antifascisti” di Pasolini. La richiesta di archiviazione della PM Sellaroli, tuttavia, appare in netto contrasto con tutte le dichiarazioni rilasciate in quei giorni. “Non vi è traccia di condotte implicitamente o esplicitamente minacciose, violente o intimidatorie poste in essere dalle manifestanti” si legge nel decreto di archiviazione. “Non è stato posto in essere nessun comportamento latamente minatorio, se non intonare cori e sovrastare con la propria voce la voce dei relatori”. Il racconto che emerge dai documenti ufficiali, testimoniato dai video in circolazione, è infatti di semplici persone che, usando i propri corpi e le proprie voci, si sono alzate per cantare dei cori e pronunciare parole di dissenso, in una protesta pacifica che mai ha sfociato nella violenza. Cori ai quali si era via via unita in solidarietà una folla variegata, che aveva animato, rinvigorito e trasformato la protesta. “Per giorni e giorni, ministri, editorialisti, commentatori hanno parlato di un presunto attacco squadrista che avrebbe negato il diritto di parola alla ministra, mettendo sullo stesso piano lo spazio mediatico di un’esponente politico, e il diritto al dissenso di chi riesce raramente a ottenere spazi di parola” commenta Extinction Rebellion. “È passato un anno, Torino tra qualche settimana ospiterà il G7 Energia, Clima e Ambiente. Mentre l’Italia annuncia l’ennesimo piano di investimenti in combustibili fossili in Africa, si parla già di zona rossa e di intere città militarizzate. Non sembrano essere i ministri coloro a cui viene tolta la parola. E questa vicenda ne è l’ennesima conferma”.
La notizia arriva anche nel momento in cui la camera ha approvato il cosiddetto “decreto PNRR”, con un emendamento per espandere i fondi, destinati alla Sanità, alle “associazioni pro-life” per la loro attività all’interno dei consultori. “Proprio in queste ore la Regione Piemonte si vanta di aver ispirato il vergognoso emendamento che, se definitivamente approvato, farebbe entrare le associazioni antiabortiste nei consultori anche nel resto d’Italia, dando loro perfino la possibilità di ricevere finanziamenti derivanti dal PNRR.” – commenta Non Una di Meno Torino – “È proprio a questo a cui ci riferivamo quando parlavamo di squilibrio di potere tra i nostri cori, urla e canzoni al Salone del Libro 2023 e le violenze istituzionali contro i nostri corpi, che Roccella e Marrone continuano ad avere tutti gli strumenti legislativi, finanziari e mediatici per perpetuare”. Il riferimento è a tutti i servizi sociali fortemente sottofinanziati: la diffusione dei consultori sul territorio, contraccezione gratuita, l’accesso alla salute e alle cure ginecologiche per chi non può permettersi alternative agli anni di liste di attesa, un sostegno reale e continuativo a chi sceglie la maternità. “Mentre in Europa si discute dell’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali, qui in Italia abbiamo un accesso fittizio a questo diritto. Lo gridavamo al Salone e lo diciamo ancora oggi, vogliamo molto più di quanto contenuto nella legge 194, affinché non vi siano più i presupposti per interpretare diversamente un diritto a seconda del Governo in carica.”
Manifestare dissenso è il sale della democrazia. Archiviazione dopo archiviazione, sembra che i giudici lo abbiano ben chiaro. Un po’ meno gli esponenti politici del governo italiano.
Extinction Rebellion, Non Una di Meno e Fridays For Future