Una campagna BDS lampo in Algeria. Il 14 aprile è stato inaugurato, nella capitale Algeri, un ristorante della catena statunitense di cibo di strada KFC (Kentucky Fried Chicken). Ieri l’altro, 17 aprile, il locale ha chiuso i battenti.
A portare a questo risultato rapido è stato un mix di azioni di boicottaggio diretto, con l’impegno degli attivisti a gironzolare davanti al negozio con cartelli alzati che invitano a non sostenere coloro che finanziano il genocidio a Gaza. La forma di lotta semi clandestina si era resa necessaria per il divieto della polizia delle manifestazioni politiche. I cartelli hanno svelato anche la creatività del popolo e della gioventù algerina, che in alcuni casi hanno collegato il boicottaggio alla situazione di Gaza, ma in altri hanno sottolineato i prezzi esosi del pollo fritto all’americana. Altri slogan giocavano sul ritmo: “Kentucky barra barra, Aljazair hurra hurra” (Kentucky fuori fuori, Algeria libera). In molti casi nei cartelli è stato usato il dialetto algerino, piuttosto che l’arabo standard, per migliorare la comunicazione con la gente comune non colta. Insieme a questa battaglia “sul campo” si è svolta un’altra campagna virale sui social, che ha raccolto decine di migliaia di condivisioni sulle principali piattaforme con in particolare un uso intelligente dei video.
Dopo appena 4 giorni il locale è stato chiuso e l’insegna coperta con della plastica nera. “Algeria 1, Kentucky 0”, ha scritto un web-attivista, mentre un altro ha preso a prestito il linguaggio pugilistico: su una foto ritoccata, che mostra il marchio buttato per terra, ha scritto “K.O.”.
Ha fatto eco ai giovani algerini il corteo dei “Fridays For Future” che, a Milano, ieri, ha invaso un locale della KFC, spiegando con il megafono i motivi del boicottaggio e piantando davanti un piccolo olivo, simbolo della resistenza degli agricoltori palestinesi che si battono contro il furto delle loro terre, per mano dei coloni usurpatori, e allo stesso tempo il ramoscello d’olivo è il simbolo della Pace.
(Fonte: social media)
حملة مقاطعة في الجزائر تنجح في إغلاق محل كنتاكي الأمريكي بعد 4 أيام من إفتتاحه
حملة مقاطعة BDS خاطفة في الجزائر.
في 14 أبريل، تم افتتاح مطعم تابع لسلسلة مطاعم الشوارع الأمريكية KFC (كنتاكي فرايد تشيكن) في العاصمة الجزائر.
أول من أمس، 17 أبريل، أغلق المحل أبوابه.
ما أدى إلى هذه النتيجة السريعة كان مزيجًا من إجراءات المقاطعة المباشرة، حيث تعهد النشطاء بالتسكع أمام المتجر ورفع لافتات تدعو الجمهور إلى عدم دعم أولئك الذين يمولون الإبادة الجماعية في غزة.
أصبح هذاالشكل شبه السري للنضال ضروريًا بسبب الحظر الذي فرضته الشرطة على المظاهرات السياسية.
وكشفت اللافتات أيضًا عن إبداع الشعب والشباب الجزائري ، الذين ربطوا في بعض الأحيان المقاطعة بالوضع في غزة، لكنهم في حالات أخرى أبرزوا الأسعار الباهظة للدجاج المقلي على الطريقة الأمريكية. وعزفت شعارات أخرى على الإيقاع: “كنتاكي برا برا، الجزائر حرة حرة”.
وفي كثير من الحالات، تم استخدام اللهجة الجزائرية، بدلاً من اللغة العربية الفصحى، في اللوحات والشعارات المرفوعة، لتحسين التواصل مع الأشخاص العاديين غير المتعلمين.
إلى جانب هذه المعركة “في الميدان”، اندلعت حملة أخرى واسعة الانتشار على وسائل التواصل الاجتماعي، والتي جمعت عشرات الآلاف من المشاركات على المنصات الرئيسية ، مع الاستخدام الذكي لمقاطع الفيديو على وجه الخصوص.
وبعد 4 أيام فقط تم إغلاق المحل وتغطية اللافتة بالبلاستيك الأسود.
“الجزائر 1، كنتاكي 0″، كتب أحد الناشطين على شبكة الإنترنت، بينما استعار آخر لغة الملاكمة: على صورة معدلة، تظهر العلامة التجارية ملقاة على الأرض، كتب بالضربة القاضية “K.O.”
وفي ميلانو ردد موكب شباب “الجمعة من أجل المستقبل” الذي اجتاح مطعم كنتاكي في المدينة الشمالية الإيطالية أمس، صدى الشباب الجزائريين، موضحين بمكبر الصوت أسباب المقاطعة وبعدئذ تم غرس شجرة زيتون صغيرة أمام المطعم، رمز مقاومة المزارعين الفلسطينيين ضد سرقة أراضيهم من قبل المستوطنين الغاصبين و أيضا رمزالسلام.
(المصدر من وسائل التواصل الإجتماعي)