Molti lo ignorano, ma nell’Unione Europea, dopo la defezione di Svezia e Finlandia, ci sono ancora quattro Paesi con lo status internazionale di neutralità: Malta, Cipro, Irlanda e Austria mantengono ancora questa prerogativa. L’Austria ha inserito la neutralità permanente nella propria Costituzione. Vi sono molte contraddizioni su come viene oggi gestita questa posizione, innanzi tutto nelle politiche di armamento, ma è comunque un’esperienza da preservare mentre è sotto pressione da parte della Unione Europea.
In un recente incontro dei Paesi europei neutrali il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel avrebbe detto senza mezzi termini: “L’aria è cambiata, neutralità o non neutralità, dovete adeguarvi e cominciare anche voi a contribuire alle spese del riarmo europeo”. Se le parole non sono state queste il senso era chiarissimo: non c’è più spazio in Europa per la neutralità. Non meraviglia: Michel è lo stesso che ha recentemente ripetuto l’ossimoro: “Per avere la pace dobbiamo prepararci alla guerra”.
E’ questa una delle cose emerse durante la due giorni seminariale del Partito Sinistra Europea tenutosi a Vienna il 12 e 13 aprile sul tema “Neutralità per la pace: un concetto per l’Europa”, presenti una trentina di rappresentanti e candidati alle elezioni europee dei partiti nazionali che alla Sinistra Europea fanno riferimento. Presenti tutti i Paesi attualmente neutrali, impegnati nella difesa di questa prerogativa. Per l’Italia ha partecipato all’incontro Rifondazione Comunista.
La neutralità come politica per la pace, è stato detto, non è una posizione passiva o di estraneazione dai conflitti, né di indifferenza verso le ragioni di questi, ma al contrario necessita di un maggiore impegno nell’attività di prevenzione della guerra e se praticata metterebbe l’Europa nella posizione per agire autorevolmente come attore positivo dei processi di mediazione e ricerca di soluzioni politiche delle controversie.
La neutralità è uno status permanente riconosciuto nel diritto internazionale già nei trattati sulla soluzione pacifica delle controversie del 1907, che implica la rinuncia all’uso della forza e comporta obblighi e diritti e non una posizione da dichiarare di volta in volta. La scelta, connessa alla posizione di neutralità attiva, di rinuncia allo strumento militare, viene anche dalla consapevolezza che il costo delle soluzioni militari delle controversie è enormemente superiore a quello delle soluzioni diplomatiche.
E poi, di fronte al sempre più aspro confronto che oppone gli Stati Uniti alla Cina, che può degenerare nella terza guerra mondiale, non più a pezzi, lo sganciamento europeo dalla politica di mantenimento della supremazia attraverso la forza militare, imboccata dagli USA da oltre due decenni, può essere la chiave di volta per evitare un conflitto globale che potrebbe essere combattuto anche con le armi nucleari.
Al contrario l’Europa si sta sempre più riarmando e allineando a questa scelta, particolarmente suicida per il nostro continente che è deposito di centinaia di ordigni nucleari statunitensi, che si aggiungono al nucleare francese e che in caso di conflitto atomico farebbe del vecchio continente un bersaglio privilegiato. L’Europa ne uscirebbe devastata. La presenza nucleare lega la sicurezza europea agli Stati Uniti e impedisce l’autonomia strategica necessaria per praticare non solo una politica di neutralità attiva, ma qualunque politica autonoma.
Su questo terreno, quello del disarmo nucleare, si gioca l’autonomia strategica europea, e non su quello del riarmo che le destre, e non solo, in Europa stanno promuovendo.
Per questo liberare l’Europa dal nucleare significa anche pensare a un’Europa indipendente nelle scelte ed in grado di essere quella potenza di pace che era nella sua ispirazione originaria. Un impegno prioritario della politica di Neutralità attiva per la pace sarà quindi la lotta per la denuclearizzazione dell’Europa, a partire dalla pressione per la firma da parte degli Stati nazionali del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, che gli stati neutrali, in Europa, hanno già firmato.
Fabio Alberti è candidato alle elezioni europee nella lista Pace Terra Dignità.