Si è concluso al porto di Ravenna alle ore 10:58 di mercoledì 10 aprile lo sbarco dei 202 naufraghi soccorsi dalla nave di EMERGENCY Life Support. Le persone soccorse – tra cui 15 donne e 18 minori di cui 8 non accompagnati – provengono da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Ghana, Pakistan, Palestina e Siria.
“Il viaggio in barca è stato davvero spaventoso, non sapevamo che cosa aspettarci” racconta un ragazzo siriano. “Ci hanno detto di andare nel ponte inferiore della nave. Eravamo in troppi e ci siamo dovuti accovacciare uno sulle gambe dell’altro. Dopo mezz’ora avevo già malissimo alle gambe e alle braccia. Non potevo muovermi e dal fondo della barca ha iniziato a entrare acqua. Abbiamo tagliato alcune bottiglie a metà per usarle come recipienti per portare fuori l’acqua: siamo andai avanti per ore per far sì che non affondassimo. Eravamo esausti. Io sono partito dalla Siria nel 2016 perché non c’era possibilità di avere una vita nel mio Paese. Le famiglie in Siria riescono a sopravvivere perché ci sono i loro familiari all’estero che mandano i soldi per mangiare. Io stesso ho vissuto in Libano dal 2017 per lavorare come fattorino in un ristorante e poter mandare soldi ai miei genitori che sono molto anziani. Ho dovuto lasciare il Libano perché le persone che mi ospitavano dovevano andarsene dal Paese e non avevo un altro posto dove stare. C’è una forte crisi economica e anche il Libano adesso non è il posto giusto dove provare a costruirsi una nuova vita. Sto viaggiando con mio fratello più grande e suo figlio piccolo, mio nipote. Voglio costruirmi una nuova vita in Europa, voglio vivere in libertà”.
Il soccorso dei 202 naufraghi era avvenuto nella mattina di venerdì 5 aprile in acque internazionali in zona Sar libica. I 202 naufraghi si trovavano su due diverse imbarcazioni precarie tra loro molto vicine. Lunghe circa 12 e 10 metri, erano partite da Sabratha e da Zawiya in Libia. Le imbarcazioni, entrambe sovraffollate, erano state individuate tramite radar. Per arrivare al porto di Ravenna, il Pos (Place of Safety) assegnato dall’MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre), ci sono voluti quattro giorni di navigazione.
“Mio padre è morto sette anni fa. Mia madre è molto malata, ha 70 anni. Le servono cure mediche molto costose e non potevo permettermele con il mio lavoro in Bangladesh” racconta un uomo del Bangladesh di 35 anni soccorso dalla Life Support. “Ho deciso di andare il Libia dove volevo lavorare. Appena arrivato, le milizie libiche mi hanno rapito e portato in prigione. Avrei dovuto pagare migliaia di dollari per essere libero. Quasi ogni due settimane ci spostavano da una prigione all’altra. Sono posti orribili, ci davano da mangiare ogni due o tre giorni. Ogni sera ci picchiavano per convincere le nostre famiglie a mandare più soldi. Mia madre ha dovuto vendere la sua casa per permettermi di uscire da quel posto. Dopo che la mia famiglia ha pagato il riscatto, una notte alcuni uomini sono venuti a prendermi. Invece di liberarmi, hanno deciso di mettermi sulla barca e attraversare il Mediterraneo. Non so perché. Mi hanno coperto gli occhi e caricato su una macchina. Non sapevo dove stavamo andando. Quando mi hanno tolto la benda, eravamo in spiaggia a Zawiya. Ci hanno fatto salire su una barca molto piccola per le persone che eravamo. Se ti rifiutavi di salire, ti minacciavano con le armi. Siamo saliti tutti. Non ho visto quasi nulla durante il tragitto perché ero nella stiva interna. L’odore di benzina era insopportabile e la posizione che ho dovuto tenere era dolorosissima. Per fortuna ci avete trovati. L’unica cosa a cui riesco a pensare adesso è chiamare la mia famiglia per dirgli che sto bene e che non sono più in Libia”.
La Life Support di EMERGENCY, su cui opera un equipaggio di 29 persone tra marittimi, medici, mediatori e soccorritori, è alla sua diciottesima missione nel Mediterraneo Centrale. In totale ha portato in salvo 1.544 persone.
EMERGENCY continua il suo impegno nel fornire assistenza umanitaria ai migranti nel Mediterraneo Centrale, garantendo un intervento tempestivo ed efficace nelle situazioni di emergenza in mare.